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Nicola sfida l'Inter: 'Salvo il Crotone e resto'
"La classifica non rappresenta la reale differenza di valori tra noi e l'Empoli. Se togliamo gli errori arbitrali e aggiungiamo la qualità del gioco, arriviamo a 2-3 punti di distacco. Il calcio è imprevedibile, il Barcellona insegna che le rimonte sono possibili… L’importante è che siamo ancora vivi".
"A un certo punto ho capito che non c’erano le condizioni per continuare nel 3-4-3 che aveva portato alla promozione: mancavano difensori ed esterni con le caratteristiche giuste e la squadra non riusciva a sopportare l’uno contro uno, fondamentale con quel sistema di gioco. E abbiamo cambiato, passando alla difesa a 4: i risultati si sono visti subito, pareggio a Firenze e vittoria col Chievo. Juric rottamato? Ma il giochino era già stato snaturato, per esempio non c’erano più Ricci e Budimir. In questi 7 anni io e il mio staff siamo riusciti a formare squadre in grado di adattarsi a più moduli".
"Ho scelto Crotone proprio per la coerenza di una società che ti permette di lavorare bene e ti sa valutare giorno per giorno. All’inizio, ci siamo detti: l’obiettivo è cercare di salvarsi sapendo qual è il valore di una squadra che gioca per la prima volta in A. La differenza di un allenatore è minima, conta il gruppo, conta soprattutto essere in linea con gli obiettivi. Il Crotone sta facendo dignitosamente un campionato difficilissimo, valorizzando giocatori come Falcinelli e Ceccherini, che sono stati convocati per gli stage della Nazionale e dando continuità a chi, come Stoian e Crisetig ne aveva avuta poca".
"L’allenamento in spiaggia prima del Chievo ha portato fortuna, ma non si trattava di una novità rivoluzionaria. Era la settimana della sosta, bisognava che i ragazzi lavorassero divertendosi, senza pensare troppo al resto. C’erano 24 gradi, la spiaggia vicino al campo: abbiamo approfittato per fare una seduta di forza. La rifaremo".
"Resto in caso di salvezza? Il rinnovo è automatico, a me interessa soprattutto dimostrare che il Crotone può stare in A. Sono ambizioso e umile in parti uguali. Un allenatore deve studiare la storia della città che rappresenta, la gente, la mentalità dei tifosi. Guardo solo ai pregi: non c’è stress, c’è entusiasmo, il clima è stupendo. Per i difetti vale la regola delle 3 T: sono tanti, sono troppi, sono di tutti".