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    Via dal Milan, risorgono Matri e Niang

    Via dal Milan, risorgono Matri e Niang

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    Che la stagione del Milan non sia nata sotto una buona stella lo si intuisce anche dagli improvvisi exploit lontano da Milan di M'Baye Niang e Alessandro Matri, due attaccanti accumunati da una cifra, il numero 1 alla voce dei gol realizzati nel corso della loro permanenza in rossonero, e da cessioni da considerarsi quanto meno affrettate dopo averli sbandierati non più tardi di pochi mesi fa come grandi colpi di mercato. A entrambi è bastato lasciare il Milan per ritrovare la vena perduta, col francesino autore già di due reti in tre partite tra campionato e Coppa di Francia col Montpellier e protagonista anche in occasione dell'ultimo successo contro il Sochaux, mentre l'ex bianconero ha piazzato subito una doppietta decisiva per la Fiorentina a Catania.

    La partenza di Niang in prestito a gennaio può essere compresa, alla luce delle zero reti in campionato dal suo sbarco in Italia (ha segnato solo in Coppa Italia contro la Reggina circa un anno fa) e di un rendimento in campo non all'altezza da tempo. Ma è pur vero che sono stati investiti circa 3,5 milioni di euro per strapparlo dal Caen ancora minorenne e, dopo le prime brillanti prestazioni come attaccante esterno con Allegri nella passata stagione, quest'anno è stato accantonato ben presto dall'allenatore livornese senza aver mai avuto la possibilità di esprimersi nella sua posizione più congeniale (da punta centale) e dal suo addio il Milan non ha ricavato nulla. Ancora più kafkiana la situazione di Matri, sponsorizzato fortemente dallo stesso Allegri e pagato la bellezza di 11 milioni di euro ad agosto, salvo poi cederlo al primo offerente in prestito gratuito, sconfessando completamente la politica estiva sugli acquisti e non considerando a sufficienza la necessità per un qualsiasi attaccante di ricevere palloni giocabili, quelli che al bomber lodigiano sono puntualmente arrivati alla prima con i viola. Due indizi non costituiscono una prova, ma accrescono la sensazione che in casa Milan il concetto di pianificazione fatichi ad attecchire in questo momento storico.

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