Nesta a 360° su Lazio e Milan: 'Non mi sento un traditore'
L'ex difensore Alessandro Nesta si confessa a cuore aperto al sito Thehardtackle.com, partendo dagli esordi. 'Quando avevo 7 anni mio padre mi iscrisse nella squadra del mio quartiere, Cinecittà, che era affiliata alla Roma - ricorda Nesta, che recentemente ha dato l'addio al calcio giocato -. Dopo pochi mesi alcuni osservatori giallorossi mi notarono e chiesero informazioni a mio padre, ma lui, tifosissimo della Lazio, rifiutò, e dopo qualche mese approdai proprio nel club biancoceleste, rendendolo felicissimo. Il celebre fallo su Gascoigne? Avevo 14 anni, ero alle prime sessioni di allenamento con la prima squadra. Lui era stato l'acquisto più costoso nella storia della Lazio, e quel giorno stavamo lavorando a campo ridotto. Mi fece un paio di brutti falli ma io, essendo un giovane, non dissi una parola e continuai a giocare. Ad un certo punto lo vidi correre e provai a fermarlo con un tackle un po' troppo duro: gli causai la frattura di tibia e perone. C'era una gran confusione, giornalisti e tifosi, ma nessuno mi disse niente. Il primo a venire da me fu Zoff. Paul, una volta tornato dall'intervento chirurgico, mi tranquillizzò dicendo che non era colpa mia, e mi diede cinque paia di scarpe e un kit da pesca. Non ho idea del perché del gesto, ma era proprio da lui'.
'Il mio trasferimento al Milan fu molto strano - spiega Nesta -. La mattina mi allenai a Formello, era l'ultimo giorno di mercato, poi scese in campo Cragnotti che mi disse che ero stato venduto ai rossoneri. Non potevo rifiutare, tutti sapevano dei problemi del club, e quella stessa sera mi ritrovai a San Siro di fronte a 60mila spettatori. Fu traumatico perché non ho nemmeno avuto il tempo di capire cosa stava succedendo. In realtà Cragnotti pensava di vendermi già da qualche anno: il club aveva dei debiti e i nostri stipendi non erano stati stato pagati per sei mesi. Sapevo che prima o poi me ne sarei dovuto andare, ero il giocatore più costoso e dalla mia cessione avrebbero potuto ricavare parecchio. Per questo non mi sento un traditore'.
'Nei miei ultimi anni al Milan la squadra cambiò molto, come elementi e in quanto a mentalità: onestamente non mi sentivo più a mio agio, e quando ciò avviene è meglio cambiare - conclude Nesta -. Il momento attuale? Credo che oggi la società non possa spendere come faceva prima, ecco perché non può competere con le squadre più importanti a livello europeo. De Sciglio? Ho giocato con lui durante il mio ultimo anno al Milan ed è un fantastico terzino, può ancora crescere e seguire la tradizione dei grandi difensori italiani. Penso che al giorno d'oggi si preferisca insegnare ai difensori come giocare la palla piuttosto che ad essere un vero marcatore. Da un lato questo è un bene, dall'altro però non si deve dimenticare di insegnare loro come marcare un avversario. L'Italia al Mondiale? Penso che vincere sarà difficile, vedo favorito il Brasile. Ci sono tante differenze tra questa Nazionale e quella del 2006, quella era una squadra che giocava da molto tempo insieme, ed è un aspetto fondamentale. La sconfitta più dolorosa? Forse la finale contro la Francia a Euro 2000: non avevo ancora vinto niente in quel momento della mia carriera. Il miglior attaccante mai affrontato? Di sicuro Ronaldo: un vero prodigio, il migliore di tutti'.