Nemico Udinese:|Si chiama potere mediatico
scrivendo tante volte, ci si trova in contrasto con i protagonisti. Poi, succede, che ci sono idee (non perdete quella che abbiamo pronta per voi mercoledì), che ti fanno incontrare e ritrovare con persone con le quali non parlavi da tempo.
Una di queste è Lady Giuliana Pozzo: nell’ombra nell’Udinese, in luce per quanto riguarda tutto quel che concerne le iniziative di solidarietà e non solo che si possono fare, e per come sa raccogliere le idee.
Un esempio: lo stadio è un chiodo fisso (dovrebbe tranquillizarvi, vero?), ma la paura della burocrazia c’è. Allora, tra un'idea e un'altra, proponiamo l’esempio londinese di Hyde Prk, c(on le debite proporzioni) e chiediamo perché il comune non usa uno spazio così per i concerti, un centro commerciale per quel che serve e lo stadio per il calcio. Tutto vicino, tutto per rendere unico quel che Guidolin e la società sta rendendo unico.
Non credo che se ne abbia raccontando che la Sig.ra Pozzo parlando del mister aveva la voce che si emozionava. E quando gli abbiamo fatto notare che il mercoledì di SKY, per quanto unico, è stato incentrato solo sul mercato si è arrabbiata parecchio.
Guidolin, come Larini ci ha pensato a mettere le cose a posto: “Questa squadra non è un supermercato”. Ed è affamata. Con un progetto che va al di là dello stadio, ma che dopo un’età vicina a quella dell’Unità d’Italia merita, meno pacche sulle spalle e più titoli. Meno sui giornali più sul campo: ho sorriso quando, in conferenza stampa dopo Bari, ho volutamente punzecchiato il mister chiedendogli se non ha paura che i pericoli vengono da fuori, nel senso che il potere logora chi non ce l'ha, e le grandi, si sa, hanno i grossi media dalal loro. Che non perdono occasione per parlare di mercato, il più delle volte palesemente inventato. Qualche collega venuto da fuori ha protestato, l'ho sentito bene, evidentemente toccare certi tasti fa male. La deontologia professionale in Italia esiste vero? Non entriamo nel merito, basta rispondere come ha fatto Guidolin: "la società ha un progetto che va al di là della conquista della qualificazione Champions. Anche in Uefa ci sono programmi importantissimi". Basta vero?Ma il segreto di questo cambiamento dove sta? Pozzo, per prima cosa dopo tanti anni, vuole vincere. Dopo 25 anni e tanti progetti occorre arrivare al tetto della casa. LO sa, è il suo sogno. Le vie come lo vuole raggiungere a volte sembrano misteriose. Il Granada lo sembrava, ora meno. I giocatori, poi, con un mister psicologo, che sa essere amico di tutti nella maniera giusta, un DS presente come pochi e conoscitore di calcio, un DG che si occupa del suo campo e non vuole fare tutto lui, la proprietà che si fida dei suoi uomini, da Moar a Carnevale, e uno psicologo vero, quel Gatti che per un disguido l’anno scorso non trovò feeling col vecchio tecnico e quindi fu allontanato e, infine, la voglia di ricostruire come dopo un terremoto per lasciare un segno made in Friuli. Questo è il segreto e gli ingredienti, oltre a una squadra che ha gemme preziose che solo folli possono tentare di portare via oggi come oggi, in tempi dove i bilanci vengono prima dei sogni.
Una squadra che comunque faticherà da qui alla fine contro le piccole: si sa che, a questo punto, saranno loro l’ago della bilancia. Poi gli scontri diretti nessuno a Udine li può temere dopo aver battuto Juve, Inter, Palermo e altre, e recriminando per altri risultati.
Così in alto ora fa paura a tutti: attenzione all’invidia però come detto. I media e i loro riflettori la scorsa settimana si sono limitati a un “regalo” con discorsi basati più che altro sul mercato, adesso i riflettori saranno solo sul mercato. E magari anche inventandosi Guidolin alla Juve: scommettiamo?
Ma non credete ai media: Aldo Busi, nel suo “cazzi e cnguri (molti più i cazzi)" definiva l’ipocrisia la peste antiecologica di questo secolo. Il giornalismo ne è l’emblema. Davanti sorrisi, dietro pugnalate.
Che poi si traducono in pressioni psicologiche sull’arbitro di turno, sui giocatori, sui procuratori che fanno il bello e il cattivo tempo.Tutti alla mercé del Dio immagine. L’Udinese si sta affidando a educatori non solo faccendieri. Un bene non da poco, dopo anni dove sembrava un porto di mare. Ora è un approdo dove sogniamo di aspettare la nave per festeggiarla. Inogni caso berretti in aria. L'Udinese 2010/11 è qualcosa che verrà ricordato, come quella di Zac, come la gara con l'Ajax come altri campionati che chi ha memoria non dimentica. Perché il calcio è questo: unire nella memoria un popolo, il nostro che ha come simbolo non tante cose, ma due colori, il bianco e il nero.Col Bari, comunque, un passo in avanti in più, ma si può e si deve migliorare. Sanchez intanto è dell'Udinese come conferma lui stesso. Inler e Zapata idem. Per tutti loro e per gli altri i discorsi a giugno: Champions o non Champions. IL progetto non prevede scale gerarchiche ma solo la costruzione di un qualcosa di unico, dove ci pare di capire in molti si stanno entusiasmando anche all'interno dello spogliatoio.