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    Neanche l'emergenza mette il Milan al tappeto: le rimonte sono un fattore, ora la società aiuti Pioli

    Neanche l'emergenza mette il Milan al tappeto: le rimonte sono un fattore, ora la società aiuti Pioli

    • Federico Albrizio
    Barcolla, fatica, non vince. Ma non perde, non crolla. E' la fotografia del Milan che dopo il pareggio di Genova guarda il bicchiere mezzo pieno in un turno che ha visto l'Inter portarsi a -1 dai rossoneri. Non sono arrivai i tre punti al Ferraris, ma Pioli si consola con il primato solitario difeso, l'imbattibilità in campionato mantenuta (24 partite, migliore striscia dal 1993) e le 14 gare consecutive con almeno due gol realizzati a referto, record assoluto della Serie A (battuto il Grande Torino che si fermò a quota 13 nel 1948). E una consapevolezza: rimontare è una dote e un fattore per il Diavolo.

    FATTORE RIMONTE - Un percorso già iniziato la scorsa stagione dopo il lockdown, con 8 punti conquistati da situazioni di svantaggio contro Spal, Juventus, Napoli e Parma, e proseguito in questa prima parte di 2020/21. Per ben sei volte in questo avvio infatti il Milan ha saputo rimontare: in gare da dentro-fuori come nei preliminari di Europa League contro Bodo/Glimt e Rio Ave (ai supplementari), ai gironi contro il Celtic (vittoria che ha regalato la qualificazione ai sedicesimi della competizione), in campionato contro Verona, Parma e ultimo Genoa. Tre partite, queste, che non hanno portato bottino pieno ma soli tre punti complessivi che hanno impedito la 'mini-fuga' che tanti si attendevano (specie negli ultimi due turni), un risultato tuttavia non negativo. Il segnale dato dal giovane Milan al campionato è forte, racconta di una squadra capace di reagire agli schiaffi anche quando avrebbe le attenuanti per crollare: partire da doppio svantaggio (0-2 contro Hellas e Ducali) ed essere in emergenza pressoché totale per le assenze, tante e pesanti.

    IN EMERGENZA - Zlatan Ibrahimovic e Simon Kjaer, i due totem fermi ai box e costretti a guidare i compagni solo dalla tribuna, ai quali si sono aggiunti la prima riserva in difesa Matteo Gabbia e Ismael Bennacer (infortunatisi contro il Parma) e Theo Hernandez, escluso per turnover contro il Genoa. Quattro titolarissimi, il miglior marcatore, il cervello a centrocampo, il leader della difesa: fondamentalmente la spina dorsale della squadra, un colpo da knockout. Non per i rossoneri che hanno evitato ancora una volta di andare al tappeto, ma stringere i denti e recuperare è un dispendio di energie enorme che neanche una rosa mediamente giovane può permettersi a lungo termine, specie con un calendario fitto tra infrasettimanali e il ritorno dell'Europa League a febbraio. Necessario quindi che, in soccorso della squadra e di Pioli, a gennaio sia la società a intervenire in maniera importante: un difensore centrale è la priorità assoluta, ma le antenne di Maldini e Massara sono attente per captare eventuali occasioni a centrocampo e soprattutto in attacco, perché nonostante un vice-Ibra non sia stato finora all'ordine del giorno, le difficoltà degli altri attaccanti si sono definitivamente palesate con l'assenza dello svedese. I giocatori di Pioli sono andati oltre le difficoltà, ora tocca alla società fare uno sforzo a gennaio: rialzarsi dopo ogni colpo è un arte, ma non può bastare a un Milan che punta a restare in alto.

    @Albri_Fede90

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