Nasce l'Individual Soccer Academy, Pettinari a CM: 'Io e Sonetti insieme per trasmettere la passione ai ragazzi'
Com’è nata l’idea dell'Individual Soccer Academy?
"E' un attività che facevo già privatamente, e non avendo una struttura dove andare cercavo degli spazi per poter allenare i ragazzi. A gennaio ho portato uno di loro allo Sporting Club, un centro con campi da calcetto e beach volley gestito da Cristiano Sonetti, figlio di Nedo. A loro è piaciuta l'idea e così abbiamo deciso di unire le due cose, avvantaggiati dal fatto che abitiamo tutti e due a Prato e aiutati da una struttura con campi sintetici che ci dà la possibilità di allenare anche d'inverno. In questi mesi stavamo buttando giù le basi per partire, poi è arrivato il virus. Ora ci siamo rivisti e siamo pronti a iniziare".
Come siete organizzati?
"Può iscriversi chiunque, dai bambini di 7 anni agli over 40, maschi e femmine. Quando ero solo facevo lezioni individuali, nell'Academy alleneremo mini gruppi di 4/6 ragazzi divisi in fasce d'età. Faremo un pacchetto mensile con due allenamenti a settimana, ma il nostro consiglio è quello di rimanere con noi almeno tre mesi perché i risultati di vedono sul lungo termine. Io e Nedo saremo tutti e due in campo ad allenare, lui sarà il mio supervisore. All'organizzazione ci pensa Cristiano".
Quali sono gli obiettivi? "Ci dedichiamo alla singola persona, non alla squadra. Puntiamo sull'affinare la tecnica, colmare eventuali lacune e correggere gli errori. L'obiettivo più importante però è quello di farli divertire".
Ha mai avuto Sonetti come allenatore?
"No, non abbiamo mai lavorato insieme. Ma ci sono molti incroci che ci uniscono".
Ce ne racconti una.
"Leonardo Corsi, anche lui inserito nel progetto, è il mio procuratore e tra i suoi assistiti ha anche Goran Pandev, che ha debuttato in Serie A proprio nell'Ancona di Sonetti".
Lei che tipo di allenatore è? "Cerco sempre di trasmettere la passione che ho dentro, per me il calcio è quasi come una religione. Ancora oggi esco fuori da solo e passo il tempo a calciare contro il muro. Il trauma che ho avuto da giocatore mi ha lasciato molto, e sono contento che i ragazzi percepiscono il mio entusiasmo. Per me questo lavoro non sarà mai un sacrificio".
Che esperienza è stata lavorare nelle giovanili della Fiorentina?
"Sono stato due anni: il primo facevo lezioni individuali ai ragazzi dal 2003 al 2005, poi ho fatto il vice nell'Under 17 con i ragazzi del 2001".
Punta a diventare allenatore?
"Sto cercando la strada giusta, ma non voglio prendere nessuna scorciatoia. Ho già il primo patentino, a marzo dovevo prendere l'Uefa A ma è stato rimandato tutto a causa della pandemia. Ora sono concentrato sull'Academy, in futuro mi piacerebbe allenare".
Rimpianti per com'è finita la carriera da giocatore?
"Sicuramente sì. Era il periodo più bello, avevo firmato il primo contratto importante con l'Atalanta dove arrivai il primo anno della gestione Percassi; si vedeva subito che c'era un progetto serio. Sono rimasto legatissimo sia alla società che ai tifosi, mi hanno sempre dimostrato stima e affetto. Mi dispiace non aver potuto ricambiare a pieno tutto quello che mi hanno dato, ma se sono ancora così legati a me vuol dire che hanno capito quanto tengo a loro".
@francGuerrieri