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Napolimania: ecco la 'Sarrizzazione', ovvero tutto quello che Allegri non ha
LA SARRIZZAZIONE - Nessuno vuole arrogarsi il diritto di chiedere all'Accademia della Crusca di ampliare il novero delle 'nuove parole', però dalle parti di Castel Volturno un neologismo si può abbozzare, parlando di 'Sarrizzazione': il processo di crescita fisica, tecnica e tattica di un calciatore attraverso l'interiorizzazione di una serie standardizzata di principi di gioco. Se la sarrizzazione avviene su un gruppo di buoni giocatori che accettano di farsi plasmare, allora accade che la dedizione di questi buoni giocatori li porta ad essere degli ottimi giocatori. Un solo esempio per non tediare ed esemplificare al meglio: Koulibaly. Kalidou doveva esser il primo a fare le valigie dopo l'addio di Benitez. Il suo sostituto doveva essere Marios Oikonomou: il Bologna, però, tirava troppo sul prezzo e non se ne fece niente. Tre stagioni dopo, Oikonomou è in prestito in Serie B, al Bari, con sole due presenze. Koulibaly è un assegno circolare di 70 milioni, ovvero ha semplicemente decuplicato il valore per cui è stato acquistato, una sorta di caso più unico che raro visto che si tratta di un difensore centrale e visto che non è neppure più giovanissimo (classe '91). Le doti fisiche di Koulibaly sono evidenti: il resto è il frutto della sua sarrizzazione. La stessa che vale per Albiol, Hysaj, Jorginho, Allan, Insigne e Mertens per fare gli esempi più eclatanti. Visto che il Napoli, anche se dovesse vincere lo scudetto, non potrà permettersi Alisson tra i pali, Bellerin sugli esterni e Sané in attacco, allora ha un'unica soluzione: continuare a comprare buoni giocatori che diverranno ottimi se sapranno sarrizzarsi, se vivranno la loro sarrizzazione. Allegri, straordinario gestore, questo processo non l'ha mai fatto vivere ai suoi calciatori, anche perché è stato individuato da subito come allenatore di profilo diverso.
LA GARANZIA - Sarri, ovviamente, sta aspettando prima di dare il suo ok alla permanenza in azzurro. Il domino delle grandi panchine europee ancora deve aprirsi ed un ex bancario di alto profilo che ha le sue azioni al massimo storico è conscio che deve aspettare il momento giusto per vendersi al miglior offerente. De Laurentiis, ha, però, tra le mani la sua golden share: perché sa bene che a fronte di promesse possibili, avrà il sì di Sarri, vista la grande voglia del tecnico di restare all'ombra del Vesuvio e le prime mosse del patron sono già iniziate in queste ore.