Napoli, gestione del San Paolo vergognosa: De Laurentiis cambi strada!
UNA RABBIA GIUSTIFICATA - La domanda da porsi è: su quale campo? Perché quello del Napoli, lo stadio San Paolo, in questo momento è in condizioni pietose, rese tali dalla scelta di iniziare i lavori per le Universiadi, anteponendo la manifestazione che si terrà nella seconda metà del 2019 alle esigenze del Napoli. Nel vedere il manto di gioco condizionato dai lavori alla pista d'atletica, De Laurentiis è sbottato: “Vergognoso” ha urlato a più riprese, uscendo inferocito dall'impianto di Fuorigrotta, senza firmare la convenzione che prevederebbe un versamento di 600mila euro circa per la stagione 2015/2016 come concordato con il Comune. Un modo per ottenere uno sconto, si vocifera da ambienti istituzionali. Da queste colonne, non abbiamo mai mostrato particolare tenerezza nei confronti di un patron che ha parlato troppo in questa estate e fatto, finora, poco: non ha neppure completato la rosa. In questa vicenda, però, De Laurentiis ha ragione da vendere: nulla contro le Universiadi, ma un Napoli-Real Madrid o un Napoli-Chelsea non può esser “sporcata” dal materiale di scarto delle lavorazioni della pista d'atletica a bordo campo. È come se ci presentassimo in pantofole all'appuntamento che sogniamo da una vita.
AURELIO, BASTA BUROCRAZIA - Aspettare che cambi colore dell'amministrazione comunale è la strada per evitare questi problemi. Così, deve aver pensato De Laurentiis: ma, non è così. Perché basta un consigliere comunale (e ci sarà sempre chi non si vedrà garantito il suo interesse) che solleverà un cavillo alla Corte dei Conti che poi passerà al TAR che poi andrà al Consiglio di Stato. Per evitare questa fiera dell'est di branduardiana memoria in salsa burocratica, la strada è quella già seguita in altre realtà: trovare un'area, comprarla, costruirci lo stadio. Anche perché, dopo aver preso il Bari, è arrivato il momento di lasciare un segno. Per evitare che una grande gestione come quella De Laurentiis venga solo ricordata come quella delle grandi plusvalenze.