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    Napolimania, azzurri come i Warriors: scudetto? "Strength in numbers", la forza è nei numeri

    Napolimania, azzurri come i Warriors: scudetto? "Strength in numbers", la forza è nei numeri

    8 su 8 in campionato, in questo avvio di stagione i tifosi del Napoli stanno ripassando la tabellina del 3. Otto per tre, tra l’altro, fa 24, come il numero di Insigne, che ha deciso la gara dell’Olimpico. La domanda più gettonata del momento per chi segue con trasporto la Serie A è una soltanto: ma il Napoli, è davvero ormai la squadra favorita per lo scudetto? La risposta potrebbe suggerirla lo slogan che nella NBA, pronta a riaprire i battenti nei prossimi giorni, ha accompagnato l’ascesa dei Golden State Warriors di Steph Curry, campionissimo dell’anomalia che ha stravolto lo stereotipo del ruolo del playmaker un po’ come Mertens ha fatto con quello dell’attaccante centrale: “Strength in numbers”, la forza, è nei numeri.


    RULLO COMPRESSORE - Quella di Sarri è oggi l'unica squadra a punteggio pieno tra i campionati maggiori europei: PSG e Barcellona hanno pareggiato una volta a testa così come il City di Guardiola che affronterà il Napoli martedì. Ciò che davvero fa impressione però del rollino di marcia degli azzurri, lo si apprezza allargando lo sguardo d’insieme. Il Napoli ha praticamente la stessa rosa dell’anno scorso e quindi non è insensato anche uno studio della continuità con la passata stagione. Se guardiamo alle ultime 20 partite in Serie A, il Napoli non ha mai perso, totalizzando soli 2 pareggi ed addirittura 18 vittorie. Se allarghiamo lo studio all’anno solare, troviamo un Napoli da 75 punti nel 2017, ovviamente capolista. Ma il dato più interessante, lo si ottiene allargando ulteriormente il quadro al dicembre del 2016 quando Mertens si è preso il Napoli: al Da Luz il belga subentra a Gabbiadini nella ripresa e stende il Benfica in Champions League.  5 giorni più tardi arriva la cinquina esterna al Cagliari e nasce ufficialmente il Napoli di Sarri 2.0, quello del centravanti atipico. Da quel momento in poi, la classifica virtuale direbbe Napoli 82, Juventus 74: il campione è di 31 partite, quasi un campionato intero, quasi uno scudetto.

    IL DATO CHE NON TI ASPETTI – Se i 26 gol in 8 partite restano un bottino mostruoso, ma che non stupisce più di tanto stando a quello a cui ci ha abituato il miglior attacco della Serie A, il dato che più salta all’occhio è invece quello dei 5 gol subiti, due in meno della Juventus che su questa statistica aveva costruito i suoi 6 scudetti consecutivi. La metà delle partite senza subire reti è un dato ancora perfettibile, ma un clean sheet all’Olimpico contro la Roma è sempre un mezzo capolavoro. Il Napoli non ha cambiato particolarmente il proprio modo di difendere e non ha aumentato di troppo l’efficacia della sua fase difensiva: subisce meno tiri di chiunque, ma ne subiva pochi anche l’anno scorso. Ha semplicemente perfezionato lo spartito già noto riuscendo, per ora, a limitare al minimo gli errori dei singoli e di reparto, grazie ad una soglia dell'attenzione tenuta sempre al massimo livello. Maturità? Può darsi. Ma forse più che altro la parola giusta è conoscenza. Il Napoli di oggi dimostra di sapere di calcio, conoscenza da cui deriva una nuova capacità di gestione della partita e dei momenti che si alternano all’interno della stessa. La squadra di Sarri è uno studente che ha ripetuto la lezione per la terza volta e se prima magari difettava in alcuni dettagli come la gestione dell’ansia e l’uso del linguaggio, oggi, con un anno in più di studio, la sente maggiormente propria e quando la materia la si padroneggia, si sa, l’esposizione viene naturale e così non ci si perde neanche i dettagli. La copertina se la prendono Albiol e Koulibaly, improponibili secondo molti in epoca Benitez, miglior coppia della Serie A oggi. Ma è un discorso più generale, che abbraccia il lavoro e l’unità di intenti della squadra intera: da Reina, fino a Mertens.

    IL GOLFO COME LA BAIA - Di quello che il Napoli fa invece con il pallone si è già detto e scritto di tutto: “Il gioco espresso trascende le categorie tradizionali. In certi momenti è di una bellezza abbagliante, in altre di una semplicità disarmante. La bellezza del gioco come un assoluto e un inganno: finge la semplicità, la naturalezza, ma è il prodotto di un allenamento e di una volontà incessante”. Sembra uno dei tanti elogi che abbiamo visto tributare alla squadra di Sarri in questi mesi, è in realtà quello che scriveva del fenomeno Golden State il sito partner della Gazzetta Dello Sport Basketinside un anno fa ed è un giudizio che fotografa alla perfezione l'essenza del Napoli. Ovviamente non è possibile mettere a confronto due sport così diversi come il calcio ed il basket, che pure si sono rubati diversi concetti a vicenda nel corso delle rispettive evoluzioni. Tuttavia il virgolettato precedente si sposa come meglio non si può al momento degli azzurri. Così come il motto della Oracle Arena
    Sarà felice allora Enzo, il tifoso napoletano di San Francisco immortalato così nel novembre del 2015. Lui, forse, aveva già previsto tutto.

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