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Napolimania: Simy cambia tutto, ecco come e perché Sarri può battere la Juve
NON BASTA IL CUORE - La vittoria contro l'Udinese è arrivata sulla spinta emotiva, meravigliosamente trascinante, di un San Paolo che alle notizie dallo Scida ha trasfuso un'energia incredibile che è diventata pochi secondi dopo la forza che ha trascinato in rete il colpo di testa di Albiol. Da lì, la rimonta con gli occhi che si staccavano dal prato del San Paolo e finivano sugli smartphone per capire cosa accadesse a Crotone. Il boato finale, una festa contenuta dei calciatori sotto le curve, il pensiero che è corso non a domenica ma al giorno dopo: a come preparare la partita più importante della stagione. Anzi, Juventus-Napoli è una gara che vale qualcosa in più.
LA GARA PIÙ IMPORTANTE - Se la Juve arriva da sei scudetti di fila, nel complesso, il Napoli ne ha vinti sei di scudetti nella sua rosa: Uno per Reina, Albiol e Callejon che non sono stati protagonisti, però, nelle vittorie di Real e Bayern, mentre Chiriches (due volte) e Rog hanno vinto in Romania e Croazia, campionati importanti ma minori. È per questo motivo che tutti nel gruppo Napoli hanno la consapevolezza dell'appuntamento con la storia, della gara che vale per ognuno dei giocatori del Napoli tante, troppe volte in più. Sarà necessaria, come si diceva, una gara diversa non solo da quella vista contro l'Udinese. Sarri ha parlato, in conferenza stampa, di black out mentali difensivi: quelli non dovranno esserci. Il Napoli continua a costruire tanto e concretizzare troppo poco rispetto alla mole di azioni create: sarà determinate il cinismo. Resta un ultimo presupposto determinante: recuperare Mertens, Hamsik e tutti gli altri nella loro condizione migliore. Qui, però, diventa ancora più complesso: lo switch-off mentale da una condizione opaca è un'impresa da ottenere in così pochi giorni. Ed allora, Sarri dovrà essere un maestro, per una volta, non di tattica: ha già liberato i suoi ragazzi dal peso di dover vincere spiegando quello che la società ha chiesto a lui ed al gruppo, quel piazzamento in Champions arrivato con 6 giornate d'anticipo. Ora, gli restano poche ore per caricare al massimo, far esplodere le energie rimaste, trovare ogni corda per tendere la tensione, forse anche studiare qualche mossa per provare a determinare la più bella partita che il calcio italiano abbia offerto negli ultimi 20 anni.