
Napolimania: senza stadio e con troppa paura, Gattuso chiamato al miracolo
GLI ERRORI. Hysaj, Meret, Di Lorenzo, Manolas, Fabian: gli errori individuali sono stati determinanti nella notte del San Paolo. Gattuso sostiene che la squadra è viva: vero. Ma, gli errori individuali, soprattutto nelle letture, anche le più semplici, sono troppo vistosi. Aldilà del dato tecnico, bisogna recuperare confidenza, serenità, padronanza dei propri mezzi. Il Napoli faceva paura, ora ha paura. Senza la capacità di cancellare questa paura, il Napoli può avere come unico obiettivo stagionale quello di maturare il prima possibile i punti per la salvezza, chiudere il campionato e poi rifondare, salutando Gattuso. Paradosso del destino che per uno che è stato chiamato Ringhio che mai ha mostrato paura abbia questa come prima nemica. “Non è un caso quello che stiamo sbagliando, questa non è una squadra abituata ad avere paura. Dobbiamo annusare il pericolo”: sul piano dell'analisi, Gattuso ha inquadrato perfettamente, anche nel desiderio di cambiare i tacchetti, senza guardare più alla sfortuna. La sensazione che Gattuso possa essere l'uomo giusto esiste, l'uomo che ha capito come trascinare fuori il Napoli dalle secche della sua paura. Il lavoro, però, è improbo: il Napoli sta imparando a conoscere la paura, senza capire come è fatta la paura, questo Napoli non può affrontarla. Senza vittorie, con un calendario infame, tutto diventa più complesso: qualcosa si è visto anche sul piano del gioco, la rinascita è ancora possibile. Ma, servono rabbia e convinzione per conoscere come è fatta la paura per poi sconfiggerla.