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    Napolimania: Mertens cambia ruolo per Milik e Pavoletti, ecco il piano B di Sarri

    Napolimania: Mertens cambia ruolo per Milik e Pavoletti, ecco il piano B di Sarri

    Migliorare una squadra che mette insieme 86 punti in un campionato, di cui 48 nel solo girone di ritorno, è esercizio molto complicato, soprattutto per chi ha un modo di fare azienda estremamente oculato come il Napoli di De Laurentiis. Per gli azzurri questa non è l'estate del mercato, piuttosto, è l'estate del lavoro. Gli arrivi di Ounas Mario Rui e quello probabile di Berenguer sono da valutare nell'ambito di un completamento della rosa e non di un suo rafforzamento sensibile nell'immediato. Per usare parole di Sarri, in questa finestra di mercato il Napoli crescerà in valore globale, non necessariamente in valore assoluto. 

    Per migliorare il dato degli 86 punti però, qualcosa si può fare studiando con cura come, dove e quando i punti li si è andati a perdere. Al di là degli errori difensivi dei singoli, lo shock dell'infortunio di Milik e qualche giornata storta, spiccano le tre partite in cui il Napoli è stato maggiormente in difficoltà dal punto di vista tattico: le due gare da 0 punti complessivi contro l'Atalanta di Gasperini e lo 0-0 di Genova, contro il primo Genoa di Juric​, che non a caso di Gasperini è stato allievo molto attento. Marcatura ossessiva sulle fonti di impostazione del gioco, in primis Jorginho, grande densità ed intensità in zona palla, creazione reiterata di situazioni di uno contro uno lungo tutto il campo che complicano la costruzione geometrica per triangoli del calcio disegnato dal tecnico panchina d'oro, e difesa a 3. Soprattutto difesa a 3: questa sembra ad oggi l'unica ricetta con cui è possibile fermare il Napoli di Sarri.

    PIANO B - Una delle cose che più spesso è stata rimproverata al tecnico partenopeo, al netto di un lavoro complessivo che resta immenso, consiste nel fatto che il Napoli in queste rare difficoltà sia andato a sbatterci recitando sempre il medesimo spartito, senza sperimentare soluzioni alternative che avrebbero magari permesso di arginarle. A Bergamo per esempio, nel finale, Sarri schierò per la prima volta insieme Milik Gabbiadini e nel post-partita arrivò a definirla una "mossa della disperazione". Definizione forte e che non rende giustizia alla qualità della rosa a disposizione: il Napoli non ha bisogno di mosse della disperazione, piuttosto ha bisogno di un vero piano B. 

    4-2-3-1 - Il piano B ha una formula che si scrive 4-2-3-1 e si legge Mertens alle spalle di Milik, tutti insieme con Insigne Callejòn per aumentare il peso offensivo nelle partite più dure da sbloccare, soprattutto al San Paolo dove il Napoli ha lasciato qualche punto di troppo nella passata stagione al cospetto di avversari che alzano dighe dinanzi alla propria porta. Un piano B utile inoltre a non relegare al ruolo di gregario il polacco, giovane talento acquistato per più di 30 milioni (nessuno escluso Higuain era stato pagato tanto nella storia del Napoli) che prima del maledetto infortunio dello scorso 8 di ottobre sembrava destinato a divenire a tutti gli effetti l'erede del Pipita, dopo la partenza sprint e prima dell'esplosione di MertensSarri sta lavorando molto in questo ritiro di Dimaro per fare di questa soluzione tattica alternativa, magari non necessariamente già dal primo minuto, una freccia al proprio arco e non più soltanto la mossa dell''"o la va o la spacca". 

    PAVOLETTI - A proposito di investimenti importanti da tutelare, non bisogna dimenticarsi di Pavoletti che è arrivato lo scorso gennaio per circa 14 milioni di euro senza aver di fatto mai avuto un vero ruolo all'interno delle gerarchie di Sarri. La posizione attuale dell'ex Genoa non è certamente invidiabile, essendo il suo ruolo riducibile a quello di riserva della riserva, con davanti il top-player Mertens e inoltre Milik, il dodicesimo di maggior lusso e quindi ingombro del prossimo campionato di Serie A. Più spazio per Milik significa anche un solco meno ampio tra Pavoletti ed il terreno di gioco. Il centravanti livornese, che dopo un'interminabile gavetta ha firmato con il Napoli il contratto della vita, è una delle note più liete della prima settimana del ritiro azzurro e del suo sorriso genuino e contagioso sta beneficiando tutto l'ambiente. A differenza di Duvan Zapata, che ha la smania di essere protagonista e che si allena in disparte aspettando che il Torino venga a salvarlo quanto prima, Pavoloso sembra maggiormente disposto a mettere da parte la gloria personale pur di far parte di un progetto così ambizioso. D'altronde le squadre da scudetto si costruiscono anche, se non soprattutto, attorno a giocatori (e a sorrisi), di questo tipo.

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