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    Napolimania: Sarri è un luminare come Guardiola, altro che un lamentoso

    Napolimania: Sarri è un luminare come Guardiola, altro che un lamentoso

    • Marco Giordano

    "Nelle ultime settimane tutti hanno visto quanti infortuni abbiamo subito. In questo modo uccideremo i calciatori. La federazione deve riflettere.Non è normale giocare il 31 e poi il 2, non si proteggono i calciatori e questo è un errore grande. Dovete cercare la qualità, non solo la quantità".

    Parola di Maurizio Sarri? No, di Pep Guardiola. Uno degli allenatori più vincenti di sempre, ma soprattutto uno di quei pochi eletti ad aver segnato un punto di non ritorno nella storia del gioco. Sarri non avrà vinto come lui, non ancora, forse mai lo farà perchè ha fatto troppo tardi. Perchè non aver avuto uno storico da calciatore di quel tipo e una casa come il Barcellona in cui affermarsi ne hanno limitato l'ascesa, ma la pasta è quella, e se se ne sono accorti persino in Italia, dove la meritocrazia è solitamente una chimera. E allora vale anche il doppio. 


    Maurizio Sarri è un illuminato, oltre che un luminare, del calcio. Un uomo che con la forza delle sue idee, dello studio e della conoscenza, oltre che del talento puro, ha prima cambiato la sua storia, è poi ha cambiato quella del Napoli, riscrivendola a suon di record. Un uomo a cui l'Italia deve tanto per averle dato una storia da raccontare ogni giorno e soprattutto, un campionato da commentare ogni domenica. Un campionato, che se non ci fosse di mezzo il Napoli e la sua isola felice, sarebbe già chiuso. Ancora una volta. Come è noto però, quando si fa troppo bene, si rischia di non piacere a tutti. Si rischia di suscitare invidie e pregiudizi da parte di chi non accetta di rassegnarsi al solo battere le mani. E allora eccolo lì, l'esercizio più antico del mondo, lo scavare nel torbido alla ricerca del famigerato pelo nell'uovo. Così, alla figura di Sarri, invece che quella dell'uomo che sta cambiando il calcio italiano, viene associata l'etichetta di quello che se ne lamenta. D'accordo, a volte Sarri esagera, soprattutto a chi segue il Napoli non piace che certi discorsi tornino di moda dopo un risultato non conseguito, quando sembra che alcune riflessioni abbiano l'obiettivo di spostare l'attenzione su temi extra campo.

    In generale però, se l'allenatore del Napoli esprime un parere sulla materia dopo una vittoria, il mondo del calcio uno come lui dovrebbe innanzitutto ascoltarlo e prendere spunto. Un mondo spesso diretto da personaggi che con il calcio, inteso nella sua essenza più pura, hanno veramente poco a che fare e che da chi come Sarri o Guardiola ne ha fatto quasi materia scientifica, avrebbe il dovere morale di annotare quotidianamente con cura, carta e penna, come il tecnico del Napoli fa con i suoi appunti in panchina.

    LE BATTAGLIE - Nello specifico, l'assurdità dei calendari è un qualcosa a cui tanti altri grandi allenatori hanno fatto spesso riferimento. Non esiste invece allenatore che abbia detto di come preferisca giocare alle 12:30 e la revisione del sistema delle nazionali è attualmente sui tavoli di UEFA e FIFA, a partire dalla Nations League, che guarda caso, proprio oggi vedeva il suo primo storico sorteggio. "Le nazionali penalizzano il calcio, non la mia squadra, penalizzano i grandi calciatori. Mi metto nei panni di un presidente che paga 1 milione al mese un giocatore e questo in 75 giorni ne passa 33 in nazionale e magari in questi 33 giorni gioca contro Malta, Andorra, Far Oer, San Marino e Cipro. Mi sembra l'ora che ci sia una divisione in fasce anche nelle nazionali e venga istituita una Serie A e delle serie minori". Pep Guardiola? No, Maurizio Sarri. Il 28 settembre del 2017. Un piagnisteo talmente provinciale e di basso rango che intanto la UEFA ci aveva già costruito il futuro delle competizioni internazionali...

     


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