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Napolimania: ritiri, scontri, fischi e Conte. La reazione con la Roma così passa in secondo piano
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IL CAPITANO SCAVALCATO - Questo è solo il semplicissimo aspetto di campo, non l’unico problema dell’attualità. Già, perché accade un po’ di tutto all’esterno del rettangolo verde, lì dove bisognerebbe essere più tranquilli. Lo spogliatoio del Napoli è caldo, bollente. Il clima non è sereno e già ad Empoli qualcosa è andato storto. Il nervosismo del momento è comprensibile, non si può essere contenti. Succede però che viene fuori la parola ritiro e nascono ulteriori problemi. Dai corridoi di Castel Volturno Juan Jesus e Anguissa sembrano scavalcare Di Lorenzo chiedendo di evitare questo provvedimento e il capitano non ci sta. Da qui l’acceso confronto, uno scontro interno che un anno fa sarebbe stato impensabile potesse nascere.
TIFOSI FURENTI - Intanto ci sono anche i tifosi, dimenticarli sarebbe un delitto. Perché vederne così tanti in trasferta con continuità e ascoltare un Maradona silente fa un certo effetto. Ci sono ma sono feriti e trasmettono tutta la loro delusione. I fischi, i cori contro la squadra e il presidente sono inevitabili. È il gioco delle parti, anche perché continuare ad assistere a tutto ciò sta diventando solo un continuo boccone amaro da dover mandare giù.
CONTE PRIMA SCELTA - E si pensa al prossimo anno, nonostante manchino ancora quattro partite. La testa va al Napoli che verrà, con alcuni volti che cambieranno e quella che dovrà essere una rinascita. Con chi? I napoletani hanno fatto all-in su Conte: è il prescelto dalla maggioranza del popolo, colui che potrebbe essere capace di mettere una bella pietra su quest’annata. Un matrimonio che s’ha da fare oppure no? De Laurentiis si guarda attorno, Conte non tanto, per diverse motivazioni, tra cui l’assenza di offerte irrinunciabili. Napoli per lui non sarebbe un contentino, ha bisogno che ADL gli presenti un progetto ambizioso e la strada pare essere quella. Il presidente ci sta lavorando, l’obiettivo è quello di non farsi trovare impreparato e non arrivare con i tempi lunghi come quasi un anno fa. C’è da rimettere un po’ tutto a posto, magari uno step alla volta. Risistemando lo spogliatoio, il rapporto con i tifosi e la panchina.