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    Napolimania: Rafa, l'Europa e il centrocampo senza cervello

    Napolimania: Rafa, l'Europa e il centrocampo senza cervello

    La sconfitta del Napoli a Oporto lascia agli azzurri la possibilità di recuperare giovedì al San Paolo, ma ancora una volta servirà una mezza impresa, o quantomeno una gara di sofferenza. Bisogna capire come mai bisogna sempre arrivare a questo per ottenere dei risultati. In ogni caso il Napoli deve darsi da fare per ribaltare la sconfitta col Porto, ma al San Paolo servirà segnare almeno un gol senza prenderli. Intanto che Benitez incrocia le dita sarebbe utile riflettere sulla scelta di puntare su Henrique e lasciare Jorginho a casa.

    Ieri il centrocampo del Napoli è stato piuttosto macchinoso, con la coppia Behrami-Henrique che non può certo definirsi quella dei sogni. Ma soprattutto, il centrocampo è di fatto orfano di Marek Hamsik. A Oporto altra prova negativa, con Benitez che lo ha sostituito per primo (ed Hamsik è l’azzurro più sostituito della stagione). Gara anonima, per non dire negativa in toto. Un giocatore perso, da ritrovare. Forma fisica, forse il modulo, o il recupero difficile dopo l’infortunio al piede patito lo scorso autunno. Nessuno conosce bene cosa succedere ad Hamsik, e forse neanche egli stesso. Benitez lo blinda, parlando genericamente di fiducia, ma la crisi del capitano è pesante

    Anche contro la Roma la partita fu così così, ma poi arrivò il guizzo di Gonzalo Higuain a sistemare le cose. Stavolta, però, non solo è mancato lo spunto vincente, ma forse è il Porto a recriminare, visto che la squadra di Castro si è vista negare un gol annullato, ma che non vedeva nessun fuorigioco. Tuttavia il Napoli perde nel 'migliore' dei modi e tra sei giorni al San Paolo può giocarsi tutto per la qualificazione ai quarti di finale. Benitez ha dovuto fare turn over, scegliendo di fare dei cambi, e non tutti per scelta tecnica, a quanto pare. Maggio e Inler acciaccati, ad esempio. Jorginho non in lista: a Oporto un Napoli più debole, forse. Però Rafa Benitez diffonde fiducia, senza sembrare accusare la delusione della sconfitta.
     

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