Napolimania: Rabiot pallavolista, Juve ancora favorita. Per festeggiare lo scudetto ci vorrà tempo
È andato in pensione da direttore di gara ma continua a decidere gli incontri con uno strumento che dovrebbe togliere tutti i dubbi ed, invece, li crea. Non c’erano immagini chiare che attestassero il fallo di mano di Rabiot. Eppure Cesari, moviolista di Mediaset, ha detto che ce ne era più di una. Diciamo che è un po’ come quando in Inter-Juventus del 2018 sparirono gli audio dalla sala Var e nessuno ha più saputo che fine hanno fatto. Poi dopo qualche anno Orsato, che non espulse Pjanic, già ammonito, per fallo su Rafinha, chiese scusa per l’errore. Intanto la Juventus per quell’errore vinse lo scudetto nonostante i 91 punti del Napoli di Sarri.
Meno male che Luciano Spalletti sta continuando a fare la storia della Serie A in questa straordinaria stagione. Con un’altra squadra di Torino, stavolta quella granata, i suoi ragazzi si sono scatenati. 4 gol che, aggiunti ai 5 rifilati alla Juventus (prima della sentenza di penalizzazione) al Maradona, fanno 9. Ormai c’è una manifesta superiorità che non dà scampo a nessuno. Neanche a quel Juric che ha fatto della fisicità la sua arma migliore. Pure il croato ha dovuto alzare le mani di fronte all’uomo mascherato. A colui il quale non perdona. Soprattutto di testa. Ha firmato un’altra doppietta Victor Osimhen. La prima l’aveva siglata con la Signora. Ben ventuno le reti in campionato senza aver calciato mai i rigori. La vetta della classifica cannonieri è la sua abbondantemente. Altro che Vlahovic e compagnia cantante. Gli guardano tutti la targa. E non è da meno Kvaratskhelia. Che non porta alcuna maschera ma che mette paura ugualmente agli avversari. Il penalty conquistato e realizzato lo ha portato a 12 segnature in Serie A. Totale in stagione, tra gol e assist, è arrivato a quota 30. Scusate se è poco… Con dieci milioni di investimento (il Rubin Kazan ancora prende in giro la Juventus per non averlo comprato quando glielo proposero), il Napoli si ritrova in casa un campione del 2001 che può solo migliorare. Ma non si può parlare solo dei singoli altrimenti Spalletti si arrabbia. E fa bene.
È tutto il Napoli ad essere grande. E questa maestosità il tecnico di Certaldo la vorrà sfruttare anche in Champions League. Ai quarti se la dovrà vedere con il Milan e se dovesse andare avanti sfiderebbe una tra Inter e Benfica. Certo è che nell’ultimo turno le milanesi sono scivolate facendo pensare che anche in Europa potrebbero avere problemi. Ma Pioli si sente forte delle tante Coppecampioni vinte dai suoi predecessori. Peccato che quelli non allenano più e mancano i campioni che il trofeo lo hanno alzato. Ma lo spirito potrà essere determinante nel doppio incontro del prossimo mese di aprile. Fatto sta che sarebbe bello se il Napoli arrivasse a Istanbul per giocare la finale e vincerla con 68 milioni di monte ingaggi. E dire che la Juventus per farlo rischia di andare in Serie B. Ma attenti al Var…