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    Napolimania:| Qua la cresta, Marek!

    Napolimania:| Qua la cresta, Marek!

    Più Hamsik che Cavani. Possibile? Secondo Walter Mazzarri il nuovo Napoli post-Lavezzi passa tutto, o quasi, per i piedi dello slovacco. E allora qua la cresta, Hamsik. Lo slovacco ha invece teso la sua mano e preso sulle spalle il Napoli. Un leader a cresta alta, se si vuole insistere con battute poco divertenti. Eppure, con Lavezzi e Gargano emigrati in altri lidi, può essere davvero lui il nuovo 'capo' del Napoli. Nessuno dimentica Cavani, ma Marek è in azzurro dal 2007, da quando la truppa di De Laurentiis si affacciò di nuovo in Serie A, con un poco di timidezza. Del resto quella era una squadra nuova, inedita, che quella categoria, di fatto, non l'aveva mai vista. E anche lui, quando si presentò ai tifosi assieme a un certo Ezequiel Lavezzi, era un poco impacciato.

    Magrolino, pallido e con le gambe 'secche'. C'è voluto del tempo per fargli entrare l'azzurro nel sangue e farlo crescere, fisicamente e mentalmente. Del resto, Hamsik nel Napoli è diventato uomo, ma non solo. Ha acquisito potenza e tecnica: un mix cruciale, che gli ha consentito di diventare una specie di macchina da guerra, che l'allenatore Mazzarri si liscia e si gode settimana dopo settimana. Guai a dire che Hamsik e discontinuo, o che a volte 'si guarda le partite'. Fondamentale tatticamente, il tecnico azzurro lo ha ripetuto a perdifiato, anche nei momenti più 'bui' della vita calcistica dello slovacco. Ma ora, altro che guardarsele, le partite: a quanto pare l'addio dei leader Lavezzi e Gargano ha galvanizzato il centrocampista e lo ha caricato di slancio, motivazioni ed entusiasmo.

    Solo così si possono spiegare delle prestazioni in crescendo, a partire dal finale di campionato dello scorso anno (quando il Pocho, guardacaso, era un separato in casa), soprattutto nella finale di Coppa Italia con la Juventus. Poi c'è stata una positiva serie di amichevoli, e anche nella sfortunata finale di Supercoppa contro la Juventus lo slovacco ha giocato una gran partita. E fargli salire alto l'appetito ci ha pensato anche il calendario, che gli ha offerto sul piatto il Palermo. Vittima sacrificale del centrocampista, che gli ha segnato ben sei reti in sette partite. E così il rito si è ripetuto anche nell'esordio di domenica scorsa, dove lo slovacco è stato il migliore in campo. Un assist, un gol incredibile e tantissima corsa. A centrocampo tutti i palloni, o quasi, passano per i suoi piedi. Ma come sempre, è in attacco che l'ex bresciano riesce a fare la differenza.

    Del resto, i gradi di leader li ha conquistati passo dopo passo, inanellando dei numeri impressionanti, anche quando è passato attraverso delle fasi di calo di rendimento: Hamsik è semplicemente il centrocampista che ha segnato il maggior numero di gol nella storia del Napoli. Numeri da attaccante, nessuno come lui. Ma lui non è soltanto una perla per la squadra partenopea, lo è per l'intera Serie A. Mentre con la maglia azzurra non è mai sceso sotto i dieci gol stagionale, nel massimo campionato il suo score è di almeno 9 reti a campionato. In pratica, ha fatto meglio di Lavezzi e lo ha fatto in ogni stagione. Va a segno di destro e di sinistro, sa aprire il gioco, servire assist. Ma corre tanto e gioca in una posizione fondamentale quando è senza palla.

    Corre e riparte, e soprattutto, migliora ancora: a soli 25 anni è ormai un calciatore affermato, che ama Napoli e che ha la capacità di abbinarsi al meglio con tutti i partners che prima Reja e poi Mazzarri gli hanno offerto. Dal Pocho, a Cavani, passando per Insigne. Ma anche con Zalayeta e gli altri bomber di passaggio, Hamsik ha sempre marcato 'presente' ed è sempre stato cruciale per il Napoli, nonostante qualche partita non di alto livello. E chissà che stavolta, senza l'ormai ingombrante (nello spogliatoio) presenza del cognato e di Gargano, e senza i mal di pancia del Pocho, possa trovare quella tranquillità necessaria a giocare al meglio per il Napoli, magari senza più prendersi le solite discutibili soste.

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