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    Ancelotti cambia il Napoli, ma ci sono titolari e riserve: ecco chi gioca col PSG

    Ancelotti cambia il Napoli, ma ci sono titolari e riserve: ecco chi gioca col PSG

    • Marco Giordano
    È stata la sua notte, quella che vivono i grandi campioni, quelli che sanno disegnare calcio, divertirsi, emulare, creare e trascinare. Dries Mertens è tutto questo e pure di più. Ha distrutto l'Empoli, ha segnato 7 gol nelle ultime cinque partite (Belgio compreso), dialoga con Insigne in modo perfetto, trasformando l'intesa con Lorenzo in una delle migliori coppie-gol al mondo in questo momento. “Mertens è in un grande periodo. È molto importante per noi, ha una grande vena”: così un Ancelotti che quasi s'illumina mentre parla di un folletto che da queste parti, ormai, si conosce solo col nome di Ciro. Scontato per il tecnico aggiungere che, oggi, è difficile tenerli fuori, sentenziando quella che, salvo clamorose sorprese, sarà la coppia che dovrà guidare il Napoli anche contro il PSG. Mertens è un classe '87: uno non più giovanissimo, ma è uno che ti fa vincere. Così come, a oggi Milik non ti fa fare quel salto di qualità che ci si aspetta dai piedi e dalla mente della prima punta di una grande squadra. Il dualismo non esiste, esiste oggi una gerarchia. Mertens è il titolare e Milik deve fare la riserva con l'onore della prova. Ha ancora qualche mese, il polacco, per poter dimostrare di esser capace di invertire la tendenza.

    IL CAMPANELLO D'ALLARME - Nelle interviste post-partita, Ancelotti non ha solo incensato Mertens. Con il più classico modus operandi dei grandi allenatori, il tecnico si è soffermato sulle mancanze per tenere alta la tensione in vista del PSG. Ha parlato di una gara che gli è piaciuta poco, ha fatto capire che è stato il Napoli dei singoli e non del collettivo. Ha spiegato gli errori che non gli sono piaciuti, quei palloni tra le linee che sono passati con troppa facilità. Lo ha sottolineato alle telecamere e lo avrà fatto anche nello spogliatoio. Servirà, martedì, il Napoli dell'andata di Parigi: se possibile ancora più attento ad accorciare, a stringere gli spazi, a non lasciare nulla al Psg. Per questo non ci saranno Rog e Diawara. Al primo ed in parte anche al secondo mancano i tempi del mediano che è titolare nella grande squadra. L'esempio, il paradigma si chiama Busquets: non serve rubare l'occhio, non serve fare 15 lanci in verticale per essere un centrocampista top. Quello che serve è il senso tattico: stringere il campo agli avversari, allargarlo ai tuoi compagni. Occupazione di tempo e spazio nelle due fasi. Il guineano, classe '97, va ancora troppo a strappi. Il croato dà la sensazione di non aver fatto ancora il salto e di non averlo neppure in potenza. Ed è per questo che anche in mediana, nel Napoli che cambia anche sette calciatori a partita, esistono delle gerarchie definite. E, nonostante tutto, Marek Hamsik resta un faro quasi inossidabile. 
     

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