Napolimania:| Mazzarri, altro che nuovo Ferguson...
Sarà la penuria di notizie dovuta al periodo di transizione (e di incertezza) che si respira attorno al Napoli. Sarà la voglia di vedere ancora Cavani e Mazzarri in azzurro, e forse anche lo scatenato De Laurentiis ci ha messo del suo: le sue invettive su Twitter fanno discutere i tifosi, ma il presidente ha capito la potenza di questo mezzo e lo usa per mandare messaggi precisi, che arrivano diretti ai tifosi. Per ora il patron si sta 'dedicando' a Cavani, lanciando frasi sibilline (anche in napoletano) che fanno capire che si sta lavorando per costruire un Napoli senza il Matador.
Riguardo Mazzarri, invece, ancora non si leggono messaggi chiari: restano i tanti attestati di stima che De Laurentiis ha rilasciato per il tecnico, ma la sensazione è che il numero uno partenopeo stia aspettando per fare la sua mossa, e intanto osserva la situazione dall'alto, come un falco che scruta il paesaggio in attesa di vedere una preda in movimento. Al presidente del Napoli fa molto comodo vedere e sentire questa 'Mazzarri-mania' che sta dilagando nell'ambiente. Si parla apertamente di rinnovo, dandolo addirittura per certo, eppure il tecnico non ha cambiato di un filo la sua posizione. Per lui se ne deve parlare a fine stagione, e De Laurentiis pazientemente ha deciso di aspettare, o quantomeno di non fare alcuna mossa.
Intanto Mazzarri viene spalleggiato all'infinito dalla sua schiera di corteggiatori e pseudo-amici, a cui piace mettergli addosso il vestito 'alla Ferguson' col pretesto che il tecnico azzurro ha il maggior numero di panchine consecutive in una sola squadra tra i colleghi attualmente presenti in Serie A. Ma quale Ferguson? Il paragone, che è alquanto scomodo, rischia di essere un dannoso boomerang per l'allenatore toscano: inutile sottolineare che Mazzarri ha vinto soltanto una Coppa Italia, e prima di paragonarlo all'allenatore del Manchester United ne deve passare di acqua sotto i ponti (e di titoli, magari).
Ma soprattutto questo ruolo non è ciò che Mazzarri sogna e vuole: al tecnico piace lavorare con la sua squadra in settimana e preparare le partite. È vero che nel Napoli lui ha più di una voce in capitolo sul mercato, ma è la predisposizione del lavoro che si ha con Bigon, che non fa altro che operare sulle scelte del tecnico. E qui sta l'equivoco: Mazzarri non vuole fare il manager all'inglese, ma chiede semplicemente di poter allenare i calciatori che lui ritiene adeguati per grandi traguardi. E se nel Napoli sembra fare anche qualcosa in più, è perché nella società manca una figura dirigenziale forte e di riferimento.
Mazzarri, quindi, non chiede solo rinforzi, ma anche di poter fare al meglio il suo mestiere, vale a dire l'allenatore: la trappola del Mazzarri alla Ferguson è un meccanismo perfido nel quale il tecnico non deve cadere, perché rischia di finire schiacciato dalle aspettative e dagli elogi ben poco disinteressati. Più che diventare Ferguson, Mazzarri uno come lui vorrebbe avercelo di fianco, a patto che lui possa allenare la squadra in pace coi rinforzi che ritiene fondamentali.