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    Napolimania: lo scudetto è andato, ma la sconfitta è di De Laurentiis

    Napolimania: lo scudetto è andato, ma la sconfitta è di De Laurentiis

    • Marco Giordano
    Ne avevamo già parlato in questi editoriali: la differenza tra aver vinto sei scudetti di fila e sei scudetti in un'intera rosa (tra cui 2 campionati rumeni ed un campionato croato) era inevitabile che venisse fuori. Era quasi impossibile che non emergesse con violenza la differenza di mentalità vincente tra Juventus e Napoli: ed è per questo che la sconfitta di Firenze non è attribuibile a Sarri, a Koulibaly o ad Insigne. Il principale sconfitto a Firenze è Aurelio De Laurentiis: sono due gli aspetti determinanti di questo ko ed entrambi marcano in questo momento la distanza dalla Juventus. Il primo aspetto è legato al mercato: quando chiudi il bilancio 2016-17 con un attivo di 66 milioni è difficile giustificare la totale assenza di acquisti. Non si dica, tra l'altro, tanto Sarri non li fa giocare: potreste scommettere quanto vi è di più caro che se Sarri avesse avuto a disposizione Bernardeschi e Marchisio avrebbero giocato qualche migliaio di minuti in più di Ounas e Machach. Il secondo aspetto è legato alla mentalità: 'vincere è l'unica cosa che conta' non è una bella idea. Perché poi pensi al passato della Triade o ad Orsato sabato sera. È chiaro, però, che nello sport professionistico devi puntare al massimo risultato: la sensazione, in tal senso, è che il Napoli non abbia mai avuto la spinta giusta (né pubblica né privata) dalla società per far scattare quella molla determinante, per avere quel quid in più.

    IL FUTURO. Mancano ancora tre partite alla fine della stagione ed il Napoli può, comunque, chiudere in modo esaltante: lo scudetto andrà alla Juve ma nove punti porterebbero 93 punti in classifica. Un dato straordinario se si pensa che la Juventus vinse lo scorso anno con 91 punti. Per gli annali conterà poco, però: salvo che non si parta da questa quota per pianificare il futuro. Una figura importante in società, soprattutto una rosa strutturata diversamente. Vi raccontammo in anteprima su calciomercato.com le richieste di Sarri: non è un problema di stipendio, ma di stipendi. Quelli da innalzare per far crescere la mentalità vincente, per trattenere Sarri, per non far vivere più soltanto d'illusione una tifoseria ammirata in tutto il mondo per un calore raramente riscontrato in Italia ed in Europa.
     

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