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Napolimania: la 'sindrome di Pinilla' colpisce ancora
PAREGGI HARAKIRI - La premessa è fondamentale: una giornata storta assai ci può stare. Ci sta: è capitata alla Juve con il Genoa, alla Lazio con il Chievo sabato e ieri al Napoli. Niente panico, niente drammi: è il calcio. Crudele con gli azzurri, collezionisti di errori davanti alla porta, e crudele anche con Posavec, da 8 in pagella se non avesse combinato la frittata: il portiere ha tolto, il portiere ha dato. E' la vita. Detto questo, gli harakiri azzurri continuano: la squadra di Sarri è quella che ha perso meno di tutti in campionato, 3 partite (4 la Juve, 5 la Roma e 6 Inter e Lazio), però certi pareggi stanno condizionando in maniera decisiva la stagione. Nell'ordine: 2-2 con il Pescara, ultimo in classifica; 0-0 con il Genoa, sestultimo; 1-1 con il Sassuolo, quintultimo; 1-1 con il Palermo, penultimo. Pareggi con squadre non proprio irresistibili, insomma, e una quantità incredibile di punti sprecati: 8, in totale. Tanti, troppi se consideriamo che la Juve capolista dista 6 passi (con una partita da recuperare con il Crotone).
STILE PINILLA - Una vera e propria sindrome: quella di Pinilla e dell'ultimo centimetro verso la gloria. Una specie di maledizione mai sfatata da anni: era già accaduto con Mazzarri e con Benitez e ora si sta ripetendo con Sarri. Incredibile ma Napoli. Titolare di un gioco spettacolare, del miglior attacco del campionato con 48 gol, di numeri strepitosi eppure non ancora completamente maturo. Un Napoli tipo Pinilla: sì, lui, l'attaccante cileno del Genoa capace di rovesciate da cartone animato e pause inspiegabili. Sulla sua schiena campeggia un tatuaggio che risale al Mondiale brasiliano 2014: il disegno dell'incredibile traversa colpita contro il Brasile al minuto 120 degli ottavi, persi poi ai rigori. Un'opera d'inchiostro sulla pelle incorniciata da una frase clou: "A un centimetro dalla Gloria". Appunto: come il Napoli.