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    Napolimania: la 'sindrome di Pinilla' colpisce ancora

    Napolimania: la 'sindrome di Pinilla' colpisce ancora

    • Fabio Mandarini
    Dopo la partita con il Palermo, un Sarri legittimamente amareggiato ha raccontato di aver contato 11 o 12 palle-gol e 70 palloni in area, evitando tra l'altro di aggiungere che il possesso-palla dei suoi ha toccato quasi il 76% (75.7): tutto giusto. Anzi giustissimo. E sacrosanti sono anche i complimenti che Lopez e i giocatori del Palermo hanno confezionato e spedito a Posavec, protagonista, sì, della papera che ha regalato il pareggio al Napoli, ma soprattutto di una decina di parate che hanno impedito agli azzurri di firmare una vittoria fondamentale: ecco, il quadro della partita del San Paolo è pressappoco questo. Anzi, in sintesi estrema: Napoli tutto all'attacco e Palermo tutto in difesa. Non fa una piega, vero? Chi ha guardato la partita lo sa, eccome. Però il fatto resta: gli azzurri hanno sprecato l'occasione d'oro di raggiungere la Roma al secondo posto e di riaccendere le speranze scudetto, e, come se non bastasse, hanno aggiunto un altro rimpianto a una lista già lunga: perché se non batti quattro delle ultime sei squadre in classifica, ultima e penultima comprese, vuol dire che manca ancora qualcosa al grande salto definitivo. Qualcosa di importante. 

    PAREGGI HARAKIRI - La premessa è fondamentale: una giornata storta assai ci può stare. Ci sta: è capitata alla Juve con il Genoa, alla Lazio con il Chievo sabato e ieri al Napoli. Niente panico, niente drammi: è il calcio. Crudele con gli azzurri, collezionisti di errori davanti alla porta, e crudele anche con Posavec, da 8 in pagella se non avesse combinato la frittata: il portiere ha tolto, il portiere ha dato. E' la vita. Detto questo, gli harakiri azzurri continuano: la squadra di Sarri è quella che ha perso meno di tutti in campionato, 3 partite (4 la Juve, 5 la Roma e 6 Inter e Lazio), però certi pareggi stanno condizionando in maniera decisiva la stagione. Nell'ordine: 2-2 con il Pescara, ultimo in classifica; 0-0 con il Genoa, sestultimo; 1-1 con il Sassuolo, quintultimo; 1-1 con il Palermo, penultimo. Pareggi con squadre non proprio irresistibili, insomma, e una quantità incredibile di punti sprecati: 8, in totale. Tanti, troppi se consideriamo che la Juve capolista dista 6 passi (con una partita da recuperare con il Crotone). 

    STILE PINILLA - Una vera e propria sindrome: quella di Pinilla e dell'ultimo centimetro verso la gloria. Una specie di maledizione mai sfatata da anni: era già accaduto con Mazzarri e con Benitez e ora si sta ripetendo con Sarri. Incredibile ma Napoli. Titolare di un gioco spettacolare, del miglior attacco del campionato con 48 gol, di numeri strepitosi eppure non ancora completamente maturo. Un Napoli tipo Pinilla: sì, lui, l'attaccante cileno del Genoa capace di rovesciate da cartone animato e pause inspiegabili. Sulla sua schiena campeggia un tatuaggio che risale al Mondiale brasiliano 2014: il disegno dell'incredibile traversa colpita contro il Brasile al minuto 120 degli ottavi, persi poi ai rigori. Un'opera d'inchiostro sulla pelle incorniciata da una frase clou: "A un centimetro dalla Gloria". Appunto: come il Napoli.  

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