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Napolimania: la magia di Hamsik e il paradosso dei campioni dell'anno solare
IL PARADOSSO – In estate si diceva che la squadra di Sarri non andava toccata, perché per centrare l’obiettivo tricolore sarebbe bastato ripetere il girone di ritorno dello scorso campionato. Facile a dirsi, difficile a farsi. Un conto è giocare un girone di ritorno in cui almeno 10 squadre non competono più per nessun obiettivo, un conto è affrontare un girone d’andata, ripartendo da zero, contro avversari tutti motivati, molti rinforzati, che hanno avuto tempo e modo di studiare la variabile Mertens che rese il Napoli imprevedibile e devastante. E invece, battesse il Crotone, il Napoli avrebbe bissato lo stesso identico ruolino di marcia: 48 punti. Proiezione di 96, numeri da Barcellona, PSG e Bayern Monaco. Dovesse laurearsi campione d’inverno, il Napoli avrebbe vinto il terzo girone degli ultimi cinque, vincendone almeno uno in tutti gli ultimi tre campionato. Ma questo non è ancora bastato e non è detto che basterà. Perché? Perchè di contro c’era una Juve straordinaria, una Juve che adesso è tornata. I bianconeri non subiscono reti da 8 partite ufficiali consecutive, avendo affrontato in 4 di queste 8 Barcellona, Inter, Roma e lo stesso Napoli. Senza passi falsi della Juventus, dovesse il cammino continuare a essere di questo tipo per entrambe, Sarri lo scudetto dovrebbe comunque andarselo a prendere allo Stadium e questo rende i bianconeri ancora favoriti, oltre a tutti gli altri motivi.
DA MILIK A GHOULAM – E’ tornato anche il Napoli però. Tre vittorie consecutive coppa compresa che rappresentano un’iniezione di fiducia non da poco dopo il momento di mini crisi, la sconfitta con la Juventus, l’uscita dalla Champions e la perdita momentanea della vetta. A posteriori probabilmente si potranno paragonare i punti persi in questo periodo successivo all’infortunio di Ghoulam, a quelli che il Napoli perse l’anno scorso dopo quello di Milik. Così come gli azzurri dovettero cambiare il proprio modo di attaccare a suo tempo per favorire il centravanti atipico, così hanno dovuto farlo adesso per non costringere Mario Rui a dover fare il Ghoulam e risultare inevitabilmente inadatto. Attacchi molto più distribuiti anche sulla destra e per vie centrali, e non più quasi esclusivamente da sinistra. Attaccare a destra permette di approfittare del portentoso momento di grazia di Allan e a Callejòn di toccare qualche pallone in più. Lo spagnolo non è ancora tornato ai propri livelli, ma dopo un mese e mezzo da controfigura di se stesso sta ritrovando smalto e tra un movimento senza palle all’altro, magari coinvolgendolo maggiormente nel gioco anche in fase di possesso lo si aiuta. Al Napoli serve un po’ per adattarsi ai cambiamenti, ma poi lo fa, anche se pagando uno scotto. Merito di questo che va dato evidentemente a Sarri che Ghoulam e Milik adesso li aspetta anche sul campo assodato che dal mercato, De Laurentiis, ha annunciato che arriveranno soltanto operazioni di prospettiva oltre a Inglese. "Credete che lo scudetto non voglia vincerlo anche io? Chi di voi avrebbe detto che a questo punto della stagione saremmo stati primi in classifica?". Ecco, appunto. Di magia a Sarri ne servirà ancora dell'altra per completare l'impresa e servirà soprattutto ad Hamsik per diventare, oltre all'uomo dei record di gol di Maradona e verosimilmente di presenze scavalcando Bruscolotti l'anno prossimo, possa essere anche il capitano che avrà riportato lo scudetto a Napoli. L'unico prima e dopo Diego.