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Napolimania: il teorema Ancelotti, il fallimento della Juventus ed una crescita da preservare a Parigi
CRESCITE E FALLIMENTI. Anche perché, dopo l'arrivo di CR7, dopo che hai preso il secondo miglio portiere italiano a fare il secondo nella tua squadra, dopo che ci hai messo accanto anche Cancelo ed Emre Can, allora sarebbe un fallimento clamoroso non vincere l'ottavo titolo di fila. Quello del Napoli è solo un processo di crescita ulteriore, che deve consacrare questa formazione su piani diversi. Con Sarri si è vissuta una dimensione onirica che verteva su meccanismi da nuoto sincronizzato. Un qualcosa di così perfetto che era per pochi (calciatori) eletti. Oggi, con la rosa nel complesso migliorata, non si pratica il nuoto sincronizzato ma un più democratico sport di squadra che riesce a tener tutti dentro. Il fallimento del grande gestore Carlo Ancelotti sarebbe proprio questo: non riuscire a regalare al Napoli principi di gioco tali che tutti gli interpreti della rosa possano esserne co-protagonisti. Ottimizzando le performance dei giocatori a disposizione, si ottiene un calcio senza picchi di bellezza ma con una resa alta su un numero di gare più ampio. Quindi, puoi anche pensare di non dover scegliere tra campionato e coppa anche se non hai in panchina Dybala, Douglas Costa e Bernardeschi. Ancelotti, al momento, sta vincendo partite e scommessa: con questo spirito foriero di tanto entusiasmo porta il Napoli a Parigi. Di fronte si troverà Thomas Tuchel per la quinta volta in carriera: in Germania 4 le sfide tra il Bayern di Carletto ed il Dortmund dell'epigono della scuola di Magonza. Due vittorie a testa e solo in una circostanza Ancelotti non ha subito gol contro la squadra di Tuchel. Sarà, tatticamente, un match difficilissimo per il Napoli e con la promessa di un tasso di spettacolarità fuori dalla media, soprattutto se dovesse tornare in condizione Lorenzo Insigne.