Napolimania:| Il pasticcio degli ingaggi
Come mai il Napoli sembra essere poco incisivo sul mercato? La società partenopea non sembra avere difficoltà ad inviduare i nomi giusti per rafforzare la squadra, ma quando bisogna andare a chiudere, non si riesce a concretizzare. Perché? I tifosi sono preoccupati: da troppo tempo si parla di acquisti solo vociferati (Inler è il caso esemplare) ma che non riescono a essere conclusi. Il problema non sta nelle scelte e nelle capacità del club. Il direttore sportivo Riccardo Bigon è bravissimo, e sfrutta la sua competenza unita alla capacità di sapersi adattare a tutte le difficoltà con entusiasmo e passione. Il guaio è che non basta individuare e contattare un calciatore, in quanto al momento di mettere nero su bianco si deve parlare di soldi. E oggi il Napoli, con gli ingaggi che offre, non è competitivo con le società che occupano la stessa posizione di classifica, o che ambiscono a tornare grandi.
Nel calcio, dove non basta una promessa e la parole non contano niente, c'è chi vive di opportunità: molte società seguono con attenzione il lavoro di Bigon per cercare di capire quali possono essere i nomi giusti. Non è un segreto che spesso il Napoli arriva prima degli altri, ma purtroppo il limite agli ingaggi imposto dalla politica societaria sta diventando un limite anche per la campagna acquisti. Vediamo perché: il tetto ingaggi del Napoli, è ufficialmente, di due milioni di euro. Non è un segreto che calciatori come Cavani e Lavezzi, già a partire dal prossimo anno, supereranno questa cifra, grazie ai premi e ai vari bonus legati alle presenze e ai gol. Tutti gli altri giocatori azzurri, almeno quelli più importanti, hanno un ingaggio annuo che varia dal milione al milione e mezzo. Il Napoli ha deciso di offrire ai nuovi acquisti un ingaggio poco sopra il milione e mezzo per avvicinare subito i nuovi acquisti ai big della squadra.
Per Inler, ad esempio, si parla di un ingaggio di circa 1,5 milioni di euro, che possono arrivare al massimo a 1,7 milioni di euro. Il problema è che quando una società come la Juventus mette gli occhi sul giocatore, per il club azzurro cominciano i guai. La Juve può offrire tranquillamente ingaggi sopra i due milioni: una cifra che per il Napoli è riservata solo a poche eccezioni. E' normale che qualsiasi calciatore, di fronte a differenze così importanti, come minimo ci pensi un attimo. Il problema è che il Napoli, che si è inserito tra le big del campionato italiano, non può competere né col Milan, né con Inter, e purtroppo neanche con Juventus e Roma, che fanno offerte molto più importanti. Quando si dice che forse la crescita del club è stata troppo repentina, si intende questo: il Napoli fa fatica ad allineare i suoi ingaggi a quelli delle società che oggi sono sue dirette concorrenti.
Ecco perché le 'grandi' si dicono tranquille: per togliere giocatori al Napoli basta offrire più di due milioni di euro. Cosa fare quindi? Il Napoli dovrebbe aumentare subito il tetto ingaggi, preoccupandosi, ovviamente, di allinearlo anche ai calciatori più importanti della sua rosa (vedi Hamsik). Difficile però che si faccia un passo più importante: la politica del club di De Laurentiis è un'altra. Inoltre, la curiosa pratica dei diritti di immagine è un'altra tegola sul lavoro di Bigon: il Napoli è l'unica squadra in Italia a detenere i diritti di immagine dei propri calciatori: questo vuol dire che chiunque voglia fare pubblicità coi giocatori azzurri deve trattare col club, pagarlo, e solo alla fine il giocatore riceverà una percentuale.
Una pratica che farebbe inorridire qualsiasi calciatore più famoso, già abituato a fare da sponsor sfruttando la sua immagine. Fortunatamente, De Laurentiis ha espresso segnali d'apertura, concedendo ad Hamsik, per esempio, l'esclusività al calciatore dei diritti di immagine soltanto nel proprio Paese d'origine. Richiesta simile era stata fatta da pure da Cavani, però rispedita al mittente (se ne parlerà tra un anno). Quindi il Napoli deve prendere giocatori che si 'accontentano' di prendere tra l'1,5 e l'1,8 milioni di euro, e soprattutto che non abbiano pretese sui diritti d'immagine. Insomma, se si pensa ai big del calcio europeo, il club azzurro parte con un forte handicap.