Napolimania: il business plan di Sarri
Si fa fare dei video appositi, lunghissimi, con tutte le partite ridotte in sintesi degli avversari. Ogni gara, dalla prima fino a quella prima dello scontro diretto col suo Empoli. Maurizio Sarri li guarda tutti fino alla fine, superando anche le tre di notte e prendendo appunti.
Il suo “segreto” è studiare soprattutto i movimenti difensivi degli attaccanti, perché è lì che vuole stroncare gli avversari dove ritengono di avere un valore aggiunto. Nel match contro il Napoli a Empoli, Sarri non ha fatto toccare palla a Higuain proprio perché ha studiato come l’argentino si muoveva quando andava a difendere. Un modo per spaccare il Napoli in due e impedire di far fare gioco. E poi la massima attenzione ai movimenti difensivi. Sarri dice “fare reparto”, ossia muoversi tutti insieme appena gli avversari avanzano palla al piede. Non si tratta di fuorigioco ma di mettere pressione agli avversari e anticiparli togliendo il pallone prima che possano avvicinarsi troppo alla porta avversaria.
Movimenti simultanei che Sarri fa imparare fino alla nausea. Tanto lavoro col pallone e nessuna ossessione per il fuorigioco. Sedute di lavoro molto lunghe, anche oltre le due ore, giocando partitelle che man mano partono dal campo ridotto fino a occupare tutto il terreno di gioco. Tocchi di prima e di seconda per abituare i giocatori a far girare la palla, anche durante gli allenamenti. E poi la cura per i dettagli: Sarri vuole che i campi di allenamento siano perfetti e lisci. Apprezzerà Castelvolturno che nonostante i limiti che Benitez sottolineava ha tre campi di gioco che Sarri a Empoli poteva soltanto “sognare”, visto che lavorava su un solo campo dietro lo stadio.