Siamo a 999 minuti. Ne basta uno per arrivare a mille minuti giocati in campionato. Marek Hamsik ha alzato il suo rendimento, mettendosi alle spalle quello deludente della scorsa stagione. Eppure qualcosa ancora manca per trovare la quadra. Tutto sommato è il problema che c’è stato anche nelle due stagioni con Rafa Benitez. È il gol. Non siamo al digiuno preoccupante della gestione dello spagnolo, ma i numeri sono al di sotto degli standard dello slovacco. Una sola rete in campionato, a campionato appena iniziato (e allora i minuti giocati erano proprio una manciata) in casa del Sassuolo lo scorso 31 agosto. Prima giornata e Napoli sconfitto per 2-1 dopo l’iniziale e illusorio vantaggio firmato proprio da Hamsik.

Per il resto si sono visti due assist. Di gol nulla. Ormai l’estate è passata, anche se questo mite autunno chiama il gol che non è più arrivato. Può essere Verona la volta buona, sperando che Hamsik possa tornare velocemente in media. Tutto sommato lo fa in Europa, dove nel girone già archiviato da vincente e qualificato ha segnato un gol in tre partite (in Serie A le gare sono 12), e in nazionale dove è leader e anche cannoniere. Nel Napoli gioca bene, tiene in mano il centrocampo assieme a Jorginho e Allan, ma servirebbe qualche gol in più. Perché le reti se le “pappa” tutte (o quasi) Gonzalo Higuain. Ora è reduce da una parentesi positiva con la nazionale, dove ha giocato soltanto l’ultima amichevole (saltando la seconda in accordo con federazione e Napoli) e aspettando gli Europei del 2016 che giocherà da protagonista.

A Verona ci sarà sicuramente: non è rientrato nel mini-vortice di infortunati e acciaccati azzurri, e come esperto della squadra azzurra sa che al “Bentegodi” potrebbe scattare la classica trappola che non ti aspetti. Il dopo sosta è pericoloso e Hamsik avviserà i compagni. Magari prenotando un gol e dimostrando che gli incubi di Benitez sono davvero finiti