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    Napolimania: dopo il ricorso vinto per la Juve, gli arbitri non perdonano. E senza Champions vendiamo tre big

    Napolimania: dopo il ricorso vinto per la Juve, gli arbitri non perdonano. E senza Champions vendiamo tre big

    • Salvatore Caiazza
    Ribolle il magma sotto il vulcano Napoli dopo il pari con il Sassuolo. Il rigore causato da Manolas al 95' ha fatto andare su tutte le furie Lorenzo Insigne. Il capitano, al fischio finale, ha mandato la squadra a quel paese e si è fatto sentire anche con Gattuso. Che ha cercato di calmarlo. Una volta entrato nello spogliatoio ha continuato ad urlare e a scalciare qualsiasi cosa si trovasse davanti. Il Magnifico, dopo il dominio degli emiliani, si era caricato sulle spalle i compagni portandoli addirittura al sorpasso. Grazie all'assist perfetto per Di Lorenzo e un rigore sublime che ha spiazzato Consigli. Era il minuto 90. Bastava solo gestire il pallone e i tre punti sarebbero stata cosa fatta. Ed, invece, gli azzurri si sono confermati nuovamente polli. Polli conclamati che si sono fatti male da soli. Di Lorenzo e Bakayoko hanno fatto la frittata permettendo agli avversari di ripartire e a recupero scaduto gli hanno regalato il penalty. Calciato da Caputo in maniera fredda. Risultato? 3-3 e tanto amaro in bocca. Non tanto per la prestazione. Che avrebbe dovuto favorire gli uomini di De Zerbi. Ma perché ci si sarebbe dovuti rizelare davanti ad una ipotetica vittoria del Napoli se la Juventus ha conquistato tantissimi titoli con questo modus operandi. Anche adesso con Pirlo in panchina incassa preziosi successi (non l'ultimo con lo Spezia) grazie al suo campione Cristiano Ronaldo. Il successo al Mapei sarebbe servito come il pane perché avrebbe lasciato invariato il distacco dall'Atalanta e non avrebbe permesso alla Roma di andare a più tre.

    Una doccia fredda non da poco che allontana di nuovo la zona Champions dagli obiettivi dei partenopei. Una zona Champions fondamentale per evitare di entrare in austerità dal primo luglio prossimo. Sì perché senza i fondi della grande Europa il sor Aurelio (De Laurentiis) dovrà rivedere i suoi piani finanziari. Non si canteranno messe come nelle scorse stagioni. Sarà un periodo di vacche magre e si dovranno vendere i pezzi pregiati e, considerato il momento e la crisi del calcio, neanche a grandi cifre. Sulla lista di sbarco sicuramente Koulibaly e Fabian ma non è detto che davanti ad una offerta monstre non vada via anche Lozano.

    Intanto bisogna finire questo campionato. Dove la scarsa continuità è l'unica continuità del Napoli di Gattuso. Non si fa a tempo a vincere una partita (quello col Benevento) che poi si perde o si pareggia (vedi il 3-3 col Sassuolo). Sono stati conquistati 44 punti in 24 gare, se non si alza la media da 1,86 a 2,28, l'obiettivo 76 punti per la Champions è lontanissimo. Diventa ancora più lontano se poi ci sono direttori di gara come Marini di Roma. Che l'unico rigore che avrebbe dovuto fischiare era quello su Politano. Per onor di cronaca anche quello su Di Lorenzo è stato forzato. E la spinta di Manolas su Haraslin poteva passare anche inosservata. Ed, invece, il fischietto capitolino, è voluto essere protagonista puntando subito il dischetto. Figurarsi se al Var Mazzoleni gli ha detto di andarlo a rivedere. Neanche per sogno. L'impressione alle falde del Vesuvio è che al Napoli non venga perdonato nulla dopo aver vinto il ricorso contro il 3-0 a tavolino per la Juventus e aver riavuto il punto indietro in classifica. Eppure, per come siamo messi in questo momento con il Covid e le sue varianti, le ragioni dell'Asl sul fatto che viene prima la salute e poi il calcio sono palesi. Ma c'è qualcuno che ancora non l'ha capito...

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