Napolimania:| Aurelio e la napoletanità
Quando prese il Napoli, Aurelio De Laurentiis dichiarò che, tra i suoi obiettivi, c'era quello di fare un 'Napoli dei napoletani'. Vale a dire concentrare il maggior numero possibile di calciatori partenopei, amanti della maglia azzurra, nella squadra che ha rilevato dal fallimento. In verità, non c'è mai stata una vera e propria ricerca mirata di giocatori napoletani: che ci sono, sono tanti, e una squadra potrebbero davvero costituirla, magari anche forte. Tuttavia gli acquisti di Paolo Cannavaro, Grava, Iezzo, Vitale furono un segnale sufficiente per mettere un po' di 'napoletanità' nel Napoli.
Il culmine sembrò l'acquisto di Fabio Quagliarella: il centravanti di Castellammare, da sempre dichiaratosi super tifoso azzurro, fu accolto come profeta in patria, guadagnandosi anche il soprannome di Masaniello. Ma il suo burrascoso addio dopo appena una stagione ha fatto rapidamente crollare questo piccolo mito, e in generale il mito della 'bandiera' e del calciatore tifoso. Proprio la vicenda Quagliarella sembrerebbe aver portato De Laurentiis a più miti consigli: lui che, un anno fa, mentre con l'attaccante stabiese già si era ai ferri corti, non le mandava a dire a Cannavaro, che chiedeva un rinnovo a condizioni diverse dalle sue. In quell'occasione il presidente non mostrò molta considerazione per la 'napoletanità' di certi giocatori, almeno a parole. Ma mentre con Cannavaro il tutto si è ricucito, con Quagliarella l'addio è stato sancito, ed anche in modo repentino.
Dopo quell'occasione, De Laurentiis non ha più parlato di Napoli 'napoletano', e anzi, in un riferimento a giocatori napoletani che sembrano sentire troppo la pressione della piazza, il presidente pare aver cambiato idea. Calciatori napoletani, tifosi del Napoli: un connubio che rischia di ritorcersi contro: meglio quindi una via di mezzo. Un calciatore napoletano, ma che magari ha sempre tifato per un'altra squadra e quindi vive la realtà partenopea con un po' più distacco. Non a caso, pare che Criscito sia tifoso della Juventus... ma non bisogna disperare. Tanto vale godersi qualche napoletano 'acquisito', vedi Zuniga, che in allenamento chiama i compagni di squadra 'fraté, cumpà', come un vero scugnizzo. Del resto, anche questa è napoletanità. Vero presidente?