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Napolimania: dalla tristezza di Benitez ai sorrisi di Sarri&Higuain
È il Napoli di Benitez, per chi non lo ricordasse. Un rendimento da piangere fuori casa, una serie di sconfitte contro le piccole spalmate per tutta la stagione e soprattutto una marea di gol subiti. Uno strazio che porta Benitez ad essere “scaricato” da parte dell’ambiente ben presto. Ma il peggio arriverà soltanto a primavera: fuori dalla Coppa Italia in semifinale per mano della Lazio, stessa sorte in Europa League, stavolta ad opera del Dnipro (oggi sull’orlo del fallimento) e nell’ultima giornata di campionato si completa l’agonia con la sconvolgente sconfitta interna contro la Lazio in una sorta di dentro o fuori per il terzo posto. Azzurri sotto di due gol, poi la rimonta con Higuaìn, che sbaglia il rigore del 2-3 e apre alla reazione dei biancocelesti, che finiscono col vincere 2-4 e aggiudicarsi il posto in Champions League. Benitez furiosamente contestato (nonostante una parte di tifoseria ne sposò la causa, i cosiddetti “rafaeliti”) e anche
Higuaìn pesantamente messo in discussione, perché aveva sbagliato altri rigori in stagione (Chievo ed Atalanta, per esempio) ma soprattutto quello contro il Dnipro in semifinale di Europa League. Benitez paga con un addio ben poco rimpianto, Higuaìn sembra destinato a dire addio, ma finirà col rimanere.
De Laurentiis, intanto, si dimena per cercare il nuovo allenatore: incassa in rapida successione i rifiuti di Emery, Spalletti, Mihajlovic e Montella, per citare solo alcuni nomi, e finisce con l’andare su Sarri. Mai scelta poteva essere così discussa: prendere un allenatore con un solo anno di Serie A sulle spalle. Si parla apertamente di “ridimensionamento”, e anche il presidente lascia intendere che la famosa “internazionalizzazione” con cui si era riempito la bocca per due anni va un po’ a farsi benedire.
Il nuovo corso con Sarri è all’insegna del basso profilo, anche sul mercato. Niente che aiuti il popolo azzurro ad accogliere con entusiasmo il nuovo tecnico, che seppur rispettato dai tifosi, viene visto con scetticismo. La buona notizia, però, è che Higuaìn non solo resta (scopriremo perché convinto proprio da Sarri) ma si presenta anche in anticipo dopo le vacanze, con una mentalità diversa rispetto a prima. Eppure il Napoli parte male, ma Sarri capisce l’antifona e si butta sull’agognato 4-3-3 che esalta il gioco della squadra azzurra e soprattutto di Higuaìn, che segna come un forsennato e consegna ai tifosi prestigiose speranze per il 2016. Il Napoli è ora secondo, e ha vissuto un fine 2015 esaltante, con ben 18 risultati utili di fila (da settembre e dicembre) e una squadra che oltre a diventare solida in difesa esprime anche un calcio piacevole e può contare su un gruppo compatto ed affiatato. Ma dopo i pasticci del 2015 (niente Champions vuol dire conti in rosso) l’obiettivo è non sbagliare, stavolta.
Al di là delle vittorie nelle coppe (Napoli straordinario in Europa in questo ultimo scorcio di 2015) l’imperativo è tornare nell’Europa che conta per ridare un po’ di fiato alle casse societarie e far tornare il sorriso a De Laurentiis, che per ora fa buon viso a cattivo gioco, promettendo di investire sul mercato (e lo vedremo il prossimo mese) ma soprattutto di blindare i giocatori più importanti. Un 2015 a due facce allora: quella pesante e triste di Benitez e le sue illusioni, e quella spigliata e concreta di Sarri, che nel segno di Higuaìn sta facendo sognare i tifosi azzurri.