Redazione Calciomercato

Napolimania: Conte trasforma la panchina da limite in risorsa, ora 10 finali 'anema e core'
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PANCHINA DA LIMITE A RISORSA - Il tecnico salentino si è rimboccato le maniche, facendo leva sulla sua parola d'ordine preferita: lavoro. Così, a fronte di un'ecatombe di infortuni (maledetto soleo!) e di un mercato in salita, il capitano della nave si è dedicato a modellare il materiale a disposizione per tamponare emorragia di risultati, addio di Kvara e assenze pesanti: epilogo? Conte ha rigirato il Napoli proponendo quel 3-5-2 marchio di fabbrica del ciclo super vissuto al timone della Juve, puntando su conoscenze e DNA 'operaio' necessario in momenti nei quali lo spettacolo può e deve essere messo da parte. Seppur ci siano volute qualche settimana e qualche inciampo, il nuovo abito varato dall'allenatore leccese sta facendo rifiorire l'albero azzurro, riuscendo a trasformare la tanto bistrattata panchina in risorsa chiave.
RASPADORI, GILMOUR, BILLING... - Se il rilancio di Raspadori rappresenta l'esempio più concreto della revisione tattica obbligata, con Jack a segno 3 volte nelle 6 gare in cui è stato schierato titolare accanto a Lukaku (10 gol e 9 assist, superfluo rimarcare - sempre in risposta a chi storce il naso - funzionalità e peso specifico del belga), il binomio in salsa Premier formato da Billy Gilmour e Philip Billing si può definire l'emblema di ciò che chi siede in panchina da limite ha convertito in vantaggio. L'ex Brighton, acquistato per fornire a Lobotka un'alternativa di livello, ha spento l'interruttore delle perplessità nel momento in cui è stato schierato in un ruolo inedito: quello di mezzala. Certo, con caratteristiche diametralmente opposte rispetto ad Anguissa, ma ideali per fronteggiare le avversarie previste dal calendario. I risultati si sono visti sia contro l'Inter che con la Fiorentina, dove lo scozzese ha confermato di possedere qualità e svelando al calcio italiano di potersi 'riciclare' all'insegna di un'ottima dose di intelligenza calcistica. Gli exploit di Gilmour hanno fatto emergere una leggerezza mentale che invece, nelle precedenti uscite in cui era stato chiamato a rimpiazzare o rilevare Lobo, non si era percepita: probabile che, giocando accanto allo slovacco, Billy senta meno il peso del doversi caricare sulle spalle la manovra agendo più liberamente tra fraseggio e incursioni palla al piede nello stretto. E Billing? Bene a Como, alla grande nei 10' finali con l'Inter, ottimo per approccio e sostanza anche nei minuti conclusivi contro i viola. Bravo Conte a capire come gestire e sfruttare al meglio entrambi nel momento più delicato della stagione, sigillando lo scatolone delle critiche legate alla carenza di 'piani B'.
POLITANO DA NAZIONALE - Uno dei protagonisti della cavalcata al vertice del Napoli, anche e soprattutto nella recente fase da montagne russe, rimane Matteo Politano. Imprescindibile nel tridente, capitale una volta piazzato a fare il 'quinto'. A tutta fascia il numero 21 ha certificato la sua totale maturazione, candidandosi con forza ad un posto tra i convocati di Spalletti per il doppio incrocio di Nations League con la Germania. Già, perché se nella rivoluzione attuata da Spalletti in Nazionale per un'ala non c'è posto, la capacità di assumere le sembianze del tornante di qualità cambia gli scenari. Magari immaginando di ricreare la catena destra con Di Lorenzo anche nell'Italia, facendo il paio con l'asse interista Bastoni-Dimarco sul fronte opposto.
IL 3-5-2 ABITO DEFINITIVO? - Tra Venezia e Milan l'infermeria si svuoterà, ma dalle parole pronunciate in conferenza da Conte dopo Napoli-Fiorentina sembra che il ritorno al 4-3-3 possa attendere. O addirittura non materializzarsi: "Ora dobbiamo giocare con i due attaccanti, abbiate fiducia, lasciatemi fare". Il giocattolo ha ripreso a funzionare, dunque perché cambiare proprio quando si stanno ricevendo segnali? I rientri di Anguissa e Neres apriranno interrogativi su come gestire uomini e schemi, ma le domande sono conseguenza della bravura di Conte nel trarre il massimo dall'emergenza.
DIECI FINALI 'ANEMA E CORE' - Parallelamente ai discorsi di natura tecnico-tattica, per poter sperare nel titolo occorre affrontare col coltello tra i denti le ultime fatiche proposte dal campionato. "Dieci finali", come le ha definite Conte, nelle quali dare tutto. Lo slogan offerto domenica da Curva A e Curva B contro la Viola, che ha rubato la scena, calza a pennello: 'Anema e core', ciò che serve mescolare alle cose di campo per provare a spuntarla su Inter e Atalanta. "L'atmosfera e le coreografie mi hanno emozionato. Non penso sia successo tantissime volte, anzi forse non è mai successo che qualcosa mi abbia toccato - ha confessato Conte nel post gara - È stato un impatto davvero forte. La gente chiede tanto, ma al tempo stesso dà e ci sta dando tanto. Noi vogliano continuare a regalare emozioni, al di là che si perde o si vinca una partita. Il tifoso deve essere orgoglioso della propria squadra. Questa per me sarebbe la più bella vittoria, al di là di coppe, coppette, Scudetti o altro".
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Commenti
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Gilmour è stato pagato venti milioni quest'estate a dimostrazione che sul giocatore ci credevano...