Napolimania:| Cavani, il top player fatto in casa
Mentre i grandi club d'Europa non sono riusciti a prendere top player (chi ha detto Juventus?), il Napoli, il suo, se lo è costruito in casa. Alzi la mano chi, quando arrivò dal Palermo, pensava che il Napoli avesse acquistato un grande campione. Probabilmente nessuno. Qualcuno, va detto, era convinto che l'arrivo di Edinson Cavani nell'estate del 2010 fosse un colpo importante per gli azzurri. Un attaccante dal grande potenziale, che avrebbe potuto far bene. Ma probabilmente nessuno poteva immaginare che quel ragazzone magrolino potesse segnare ben 67 reti in due anni, diventanto in meno di 24 mesi uno dei top player del calcio europeo, un attaccante da 5 milioni di euro l'anno di ingaggio e un valore sul mercato di 65 milioni di euro.
Chissà se lo pensava anche Aurelio De Laurentiis, che lo strappò a Zamparini dopo un'insistente opera di convincimento. In Sicilia Cavani non era mai riuscito a conquistarsi un posto da titolare fisso, e soprattutto divenne famoso non tanto per i gol segnati (appena 13 in tre stagioni) ma per quelli sbagliati, tanto da diventare una sorta di zimbello per parte della tifoseria. Tuttavia Maurizio Zamparini, che di calcio ne capisce, non voleva mollare Edinson, nel quale intravedeva grandi qualità. Proprio quelle che le portarono in Italia giovanissimo. Tuttavia finì col cedere all'offerta di De Laurentiis, che pagò l'uruguiano 16 milioni di euro. La formula, però, fu quella di un prestito: 2,5 milioni il primo anno per un prestito oneroso, poi l'anno successivo il riscatto obbligatorio per andare a completare la cifra pattuita, 16,5 milioni di euro, appunto,
Per molti Zamparini fece un affare, facendosi pagare Cavani una fortuna in relazione all'apporto che aveva dato alla squadra rosanero. E dall'altra parte De Laurentiis fu giudicato da qualcuno come avventato. Troppi 16,5 milioni di euro per un attaccante che mai aveva visto la doppia cifra in Italia, soprattutto dopo che il presidente, nell'inverno precedente all'arrivo dell’uruguaiano, aveva promesso un attaccante da 20 reti a campionato. I tifosi si chiesero: 'Ma sarà proprio Cavani l'attaccante da 20 gol?'. La risposta arrivò sul campo, ma si sbaglia a pensare che il presidente del Napoli, il ds Bigon e l'allenatore Mazzarri furono soltanto 'fortunati'. La scelta di prendere il 'Matador', soprannome praticamente inedito per Cavani che Napoli gli assegnò quasi subito, fu ponderata e strategica.
De Laurentiis decise in concordato con Bigon e con Mazzarri. All'allenatore toscano Cavani piaceva molto, così come al direttore sportivo. Anzi, nei piani di Mazzarri c'era sin da subito l'intenzione di utilizzare Cavani come prima punta. 'Ti faremo giocare come riferimento più avanzato - disse Bigon in una telefonata al giocatore, alla quale presenziavano sia De Laurentiis che Mazzarri -, il mister vuole farti giocare come prima punta, come ci hanno detto che piace a te. La squadra giocherà su di te. Vuoi venire? Ci divertiremo'. Bastarono queste parole a convincere il giocatore. In quella breve chiacchierata telefonica con il bomber - che era a Salto, a casa sua, in Uruguay - egli vide un segno del destino. 'È una chiamata del Signore', disse quando arrivò a Napoli. E infatti con la maglia azzurra il suo destino cambiò.
Da allora il Matador ha cominciato a segnare senza più fermarsi: campionato, Coppa Italia, Europa League e Champions League, 33 reti nella prima stagione al Napoli, altre 33 nella seconda. E questa terza è cominciata con un gol alla prima partita di campionato, proprio nella sua ex Palermo. Ma ancora prima, nell'esordio in un impegno ufficiale, ci fu già un gol contro la Juventus su calcio di rigore. Insomma, Cavani non si ferma mai: e non si fermano neanche gli introiti che genera. Il suo valore è oggi di 65 milioni di euro, certificati da una super clausola rescissoria. E tanti anche i soldi che guadagna lui: dai 1,4 milioni del primo anno è passato a 2 nella scorsa stagione. Oggi il super ingaggio da 5 milioni bonus compresi.