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Napolimania: De Laurentiis, il ponte tra Malagò e Gravina alle prese con una nuova sfida
DISCONTINUITÀ. Quando il terribile periodo della pandemia sarà alle spalle, quando ci saranno le elezioni federali, quando sarà necessario ridisegnare la mappa economica e politica del calcio italiano, arriverà la grande chance di De Laurentiis. Non solo perché ci sarà la possibilità di entrare negli organismi dirigenti, ma anche perché avere un ruolo nella riscrittura delle regole, avere quel peso che oggi appartiene, ad esempio, a Claudio Lotito, completerebbe la metamorfosi di un presidente che ancora vive di uscite estemporanee, anche se va limitandole fortemente, per calarsi sempre più nel ruolo di uomo delle istituzioni, di dirigente che guarda alla sua società ma anche al futuro di questo sport. Ed è evidente, senza pensare di esser club delle anime candide, che stare dentro al palazzo significa tanto, anche per i riflessi che, storicamente, si vedono sul terreno di gioco. Non parlo di favori arbitrali, ma di peso nella costruzione di rose e campionati che, alla lunga, sono ben visibili.
SCELTE GIUSTE. Tornata la possibilità di spostarsi, ADL è chiamato ad un'altra sfida: quella dei rinnovi. Ed ora che la permanenza anche di pilastri come Koulibaly e Mertens, accanto a quella di Insigne e Zielinski, sembra più vicina, il nuovo Napoli può ripartire su basi diverse, più solide di quelle immaginate in uno scenario di potenziale ridimensionamento post-Ancelotti, anche dal punto politico.