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    Napoli, Sarri non basta senza Higuain

    Napoli, Sarri non basta senza Higuain

    • Giancarlo Padovan
    Il campionato non è finito. Il Napoli impiega dieci minuti a replicare alla Roma che gli aveva sfilato il secondo posto grazie a Salah, Totti ed El Shaarawy, vincendo a Genova. Tuttavia la squadra di Sarri dovrà vincere sempre, quindi già domenica sera a Torino contro i granata, se non vorrà avere pessime sorprese. Intanto una premessa: giocano tutti per vincere anche quelli salvi da tempo (il Genoa), anche quelli salvi da poco (l’Atalanta). E’ un buon segno, vuol dire che la nostra serie A sta acquistando in credibilità. Anzi, l’Atalanta a lungo aggredisce il Napoli con un pressing alto e organizzato, segno che la squadra lo conosce profondamente. E’ accaduto sia prima che dopo il gol di Higuain, il trentunesimo in questa stagione, come nel 2005-2006 quando Toni ne fece altrettanti con la maglia della Fiorentina.

     Chi ha avuto modo di vedere la prima rete dell’argentino non ha bisogno della mia descrizione. Ma va detto che l’assist di Hamsik è stato geniale e profondo, come altrettanto decisivo è risultato lo smarcamento di Higuain. A Napoli si è giocato sotto un diluvio che ha appesantito il campo e, in teoria, avrebbe potuto inibire il gioco. Al contrario ne ha tratto giovamento perché sia il Napoli che l’Atalanta hanno avuto la perizia di tenere palla a terra e di farla girare senza impacci o ritardi. Il Napoli ha avuto più occasioni, in  forza di un impianto collaudato e fluido. Con la sparizione della Fiorentina di Sousa dalla mappa delle squadre che hanno espresso il calcio più convincente, sono le idee di Sarri ad avere la più lunga conservazione. Viene spesso da chiedersi cosa serva a questa squadra per fare il salto di qualità. La mia risposta è sempre la stessa: calciatori funzionali al progetto tattico dell’allenatore. E, ovviamente, la conferma di Higuain. Contro l’Atalanta è tornato al San Paolo dopo la squalifica di tre giornate e il suo impatto sulla partita è stato eccellente. Con un plus: la maggiore collaborazione, in tutti i sensi, con i compagni. 

    Nella ripresa, prima di rientrare in partita al 41’, l’Atalanta ha rischiato il tracollo. Nel primo quarto d’ora le opportunità per il Napoli si sono moltiplicate e Allan ha colpito una traversa su tiro a colpo sicuro. Cosa è successo? E’ successo che il Napoli ha alzato il ritmo soffocando l’avversario che si è disunito e allungato. Rispetto al primo tempo sono mancate le volate di D’Alessandro (poi sostituito da Monachello), alcune giocate di Borriello, bravo sia a tenere la palla sia ad attaccare lo spazio, e gli inserimenti di Cigarini. 
    Il difetto del Napoli, nella parte centrale del secondo tempo, è stato quello di non chiudere la partita come era nelle sue possibilità. Anche l’avvicendamento di Insigne con Mertens non ha portato concretezza (un gol sbagliato dopo numero funambolico).  Allora ci ha dovuto pensare ancora una volta Higuain, nello specifico calciatore totale, nel senso che ha avviato l’azione allargando per Callejon, poi è andato a chiuderla con un colpo di testa schiacciato. Trentaduesimo gol, ad una sola lunghezza da Angelillo nel campionato 1958-59

    A quel punto Sarri ha commesso una leggerezza: ritenendo ormai archiviata la partita, ha concesso ad Higuain la passerella sostituendolo con Gabbiadini. E’ stato un segnale che ha ridestato l’Atalanta e narcotizzato, seppur per un paio di minuti, il Napoli. A 4’ dalla fine, infatti, una carambola tra Koulibaly e Albiol (tocco dell’atalantino Freuler) è finito nella porta di Reina. E’ stato il panico e di lì alla fine il Napoli ha cominciato sbatter palla lontano. Solo nel recupero sono tornate le occasioni (ancora Mertens ed El Kaddouri), ma Sportiello, forse il migliore insieme con Higuain, si è opposto due volte.

    Giancarlo Padovan

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