Napoli: Via un altro tabù
Mezzogiorno di fuoco al “San Paolo”. Elementare, Watson. Nello stadio gremito per l’anticipo all’ora del ragù, un fuoco pirotecnico di emozioni. Un Napoli straordinario per impeto, determinazione, voglia disperata di farcela ribalta il match con la Lazio (4-3) con un secondo tempo ventre a terra. Lasciamo stare Italia-Germania del 1970. A Fuorigrotta, il cuore è andato a mille più che a Città del Messico.
Sette gol, e tre ne segna Cavani, supercannoniere azzurro di tutti i tempi con 25 centri stagionali (polverizzato il record di Vojak, 22 gol negli anni Trenta).
La partita si accendeva di mille episodi vibranti. Intanto, Muslera negava a Mascara (dal 58’ al posto di Pazienza) il gol del sorpasso (66’). Subito dopo una gran “botta” di Brocchi picchiava sotto la traversa e la palla rimbalzava dentro la porta (67’): liberava affannosamente la difesa azzurra. Né l’arbitro, né il guardalinee si accorgevano che la palla era entrata. Il soffio della fortuna scatenava il Napoli, mentre la Lazio calava visibilmente (calava soprattutto Mauri). Ma, sorpresa di nuovo amara, la Lazio si riportava avanti. Incursione di Zarate a sinistra, tiro, respinta corta di De Sanctis che Aronica ribatteva in rete (68’). Autogol ed era il 3-2 per la Lazio. Però il Napoli era vivo e si rovesciava in avanti. La Lazio in difficoltà non era più ordinata. Ed era stanca. Sembrava stordita sotto gli assalti degli azzurri. Il sorpasso finale del Napoli era fantastico (mentre Gargano avvicendava Dossena, 76’). Hamsik, che era arretrato dopo l’uscita di Pazienza, si riaffacciava alla ribalta. Lavezzi seminava il panico nella difesa laziale. Cavani era in attesa. Sul cross di Aronica, assist di petto di Cannavaro (!) nell’area laziale per il Matador che Biava atterrava: rigore e “rosso” diretto per il difensore. Dal dischetto, il bis dell’uruguayano (81’) per l’inimmaginabile 3-3. Ma il Napoli voleva di più. La rimonta confondeva la Lazio che giocava in dieci gli ultimi dieci minuti. Aveva avuto in pugno la partita, rischiava di perderla. Reja avvicendava Bresciano con Stendardo (82’) e Zarate con Floccari (83’). Mazzarri giocava con quattro punte (86’ Lucarelli per Yebda). Assalto all’arma bianca. Lazio confusa. Napoli da applausi. Il pareggio non gli bastava e arrivava il 4-3. Una gran torsione con colpo di testa di Mascara consegna a Cavani il terzo proiettile della partita del Matador: l’uruguayano con un pallonetto beffava Muslera (88’). E, finalmente, l’ansia, la furia, le emozioni di una partita pazza si placavano. Il Napoli è secondo (a tre punti dal Milan) con una partita indimenticabile che ha infranto un altro tabù: non batteva la Lazio in casa da quindici anni. E’ l’anno dei miracoli. A Bologna non giocherà Cavani: era diffidato, è stato ammonito.