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    Napoli, Verdi sfida la Juve: 'Serie A non è chiusa e vogliamo l'Europa League. Su Hamsik e i cori contro Koulibaly...'

    Napoli, Verdi sfida la Juve: 'Serie A non è chiusa e vogliamo l'Europa League. Su Hamsik e i cori contro Koulibaly...'

    L'attaccante del Napoli Simone Verdi è stato ospite dell'Università degli Studi di Salerno durante il convegno Sport ed Educazione: le sue dichiarazioni riportate dall'edizione online de Il Mattino: "Un gol con la Juventus? Non mi importa chi fa gol, l’importante è vincere. Il mio obiettivo ora è la continuità a Napoli, voglio mettere in difficoltà Ancelotti per essere titolare. Il mister è stato bravo ad inizio anno senza stravolgere la squadra. Ad inizio anno ho faticato fisicamente ma ora sto bene, voglio dimostrare tanto alla società perché ha creduto in me e mi ha portato qui. Il ruolo? Quando Ancelotti mi chiama in causa io mi faccio sempre trovare pronto al di là della zona di campo in cui posso giocare.

    Serie A? Il campionato non è ancora chiuso, vogliamo vincere domenica per riavvicinarci sperando possa sbagliare qualcosa la Juve. E poi c’è l’Europa League. L’obiettivo di tutti è vincere qualcosa, quindi vogliamo arrivare fino in fondo.

    Hamsik? Non c’è stata alcuna rottura, la sua è stata una scelta di vita e va accettata perché ha dato tantissimo alla squadra e alla città. Ci manca perché non era solo un capitano ma uno che aveva peso all’interno dello spogliatoio. Non è il primo ad andare via, non sarà l’ultimo, ma siamo certi che resterà sempre un simbolo per Napoli.

    Il passaggio dal Bologna al Napoli? Sono passato al Napoli a 26 anni, ho fatto fatica un po’ nei primi mesi perché ho sentito tutta la differenza tra le due realtà. Lo scorso anno mi bastava dare l’80% per essere il migliore della squadra, quest’anno non mi basta più. È una bella sfida.

    Momento più bello della carriera? Il debutto con la Nazionale è un’emozione unica. Ne sono orgoglioso. Ora non faccio parte del gruppo ma ci sto lavorando. Il periodo peggiore l’ho vissuto a Bologna: ero partito fortissimo e poi mi ruppi la caviglia, sono stato fuori per tre mesi e in quel periodo avevo perso le mie certezze. Gli infortuni sono pesanti da sopportare, ma se li prendi nel giusto modo ti fanno crescere. Gol con lo Zurigo? C’era poca gente al San Paolo ma era il mio primo gol europeo, è sempre una grande emozione.

    Koulibaly? All'interno dello spogliatoio non aveva solo compagni di squadra, ma fratelli che gli sono stati vicino. Lo sport si dovrebbe vivere in modo molto sereno. Il fatto di andare a vedere una partita di calcio e tifare per la propria squadra, non deve far arrivare a certi atteggiamenti e a quello che è successo a Koulibaly. Purtroppo sono cose che non dovrebbero succedere, ma succedono, perché l'ignoranza della gente esiste, non solo nel calcio, ma ovunque. Dire 'spero che non succeda più', lo spero ma credo che purtroppo ci saranno ancora questi episodi. Quello che abbiamo cercato di dire a Koulibaly è che purtroppo questa gente è ignorante".

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