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Napoli, Verdi è il jolly di Ancelotti: dalla 9 di Higuain all'idea di Mancini
ALBERO DI NATALE - Esterno offensivo, ambidestro, Verdi può giocare su entrambe le fasce d’attacco. Alternativa ad Insigne o sostituto di Callejon nel 4-3-3, con la sua duttilità regala diverse opzioni ad Ancelotti. Concetti rinnovati, immessi nel software azzurro con continue esercitazioni al sole di Dimaro. Il neo tecnico azzurro è al lavoro per far diventare la banda Sarri il suo Napoli. La polivalenza dell’ex Bologna assume così un ruolo chiave. Ancelotti sta infatti provando con continuità il 4-3-2-1 (utilizzato anche nella prima amichevole stagionale), un sistema di gioco per lui a dir poco iconico: difesa collaudata, Hamsik regista, Fabian Ruiz e Allan mezzali con Insigne e Verdi trequartisti, liberi di svariare sul fronte d’attacco, sprigionando qualità, idee e intuizioni al servizio della punta centrale, al momento Inglese.
COME HIGUAIN - “Verdi può diventare un buon interno di centrocampo. Ha qualità, classe e tecnica”. Parole e musica di Roberto Mancini, ct dell’Italia. Un’idea, quella del Mancio, per nulla peregrina. Pulizia nei fondamentali, velocità di pensiero e capacità di inserimento sono doti nell’arsenale del classe ’92. Se a questo sommiamo precisione e potenza nel tiro da fuori area, otteniamo una mezzala moderna, simile al primo Hamsik di Sarriana memoria. Infine, l’ipotesi forse più suggestiva. Simone ha scelto il suo numero di maglia: avrà il 9. L’ultimo ad indossarlo all’ombra del Vesuvio è stato un certo Gonzalo Higuain, che a Napoli ha riscritto record che resistevano da decenni. Un’eredità pesante, che Verdi potrebbe raccogliere anche tatticamente. Al Bologna ha già giocato da punta, da falso nueve. Trova con facilità la porta e consente con movimenti ad elastico l’inserimento delle mezzali e dei trequartisti. Un’ulteriore possibilità da non scartare, il tutto considerando che tra poco si aggregheranno al gruppo anche Mertens e Milik.