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Napoli, un’altra occasione sprecata: sfuma il primo posto e rischia pure di perdere. Poi Osimhen salva Spalletti
Occasione persa, invece, per gli azzurri di Spalletti che non cerca alibi, questo no, ma che potrebbe farlo, vista l’emergenza senza fine che l’affligge. La partita? Quella che t’aspetti. Meglio: il Cagliari che t’aspetti: Fisico, determinato, aggressivo, veloce, tatticamente disegnato bene da Mazzarri che alla difesa azzurra non offre alcun riferimento, visto che Pereiro assiste ora il centrocampo ora l’attacco e Joao Pedro fa quello che vuole e quello che lo fa sempre bene. Sa, il Cagliari, che se vuole coltivare le speranze di salvezza deve vendere carissima la pelle e il suo ruolo di squadra disperata l’interpreta a dovere. Anche di più, visto che il suo è pure un calcio giocato, mai timoroso, ispirato alla ricerca della profondità e, quindi, al gol. Non per nulla il Cagliari è squadra in crescita da quando è cominciato il nuovo anno.
Ecco, è a questo Cagliari che il Napoli chiede di misurare le proprie ambizioni. Ma non senza qualche problema e qualche rischio. E non potrebbe essere altrimenti vista l’emergenza nella quale è precipitato un’altra volta. Sei, infatti, (Fabian, Lobotka, Politano, Insigne, Osimhen e Lozano) le assenze importanti in avvio di gara. Tant’è che rispetto all’ultima partita, quella pareggiata contro l’Inter, riscrive completamente centrocampo e attacco, con Spalletti costretto a rivedere anche il solito disegno. Per la seconda volta, infatti, il Napoli ricorre alla difesa a tre schierando esterni a centrocampo i due terzini-base: Di Lorenzo (che al 26’ esce per un colpo alla testa, sostituito da Malcuit) e Mario Rui. Insomma, un altro Napoli costretto a subire la cattiveria (agonistica, è ovvio) di chi gli sta di fronte. Napoli che col passare dei minuti si rende sempre più conto che col Cagliari sarà una battaglia vera per spuntarla.
Napoli in difficoltà, dunque, nel primo tempo che vede il Cagliari vincere nella sfida del possesso palla e anche in quella dei falli. Eppure, aveva cominciato benino la squadra di Spalletti: una deviazione di Cragno su conclusione di Di Lorenzo (10’) e due minuti dopo un pallone sparacchiato alto da tre metri da Rrahmani. Poi piano piano, il Cagliari ruba prato e palla al Napoli e sino a una decina di minuti dal riposo tiene in pugno la partita. Joao Pedro, è sempre lui a mettere pensieri alla difesa. Porta scompiglio quando si presenta in area, approfitta di un rinvio sballato di Koulibaly e manca il gol d’un niente, infine spreca deviando mosciamente di testa un suggerimento superbo di Baselli che è pure l’occasione migliore (30’) per la squadra di Mazzarri capace di asfissiare le fonti del gioco degli azzurri. Tant’è che sono fantasmi o giù di lì Elmas e Zielinski, mentre per Mertens e Petagna vedere il pallone da vicino diventa veramente un sogno. O un incubo, chissà. Un predominio, quello sardo, interrotto prima del riposo solo da un destro di Mario Rui che però porta solo un angolo alla squadra.
E quando la partita ricomincia la musica non cambia. Le marcature rossoblu restano asfissianti, l’intensità non cambia, la pressione tantomeno. Mentre per il Napoli la partita resta complicata. Senza vie di fuga dalla trappola preparata da Mazzarri. Rare, infatti, le sortite e ancor più rare le occasioni per arrivare dalle parti del signor Alessio Cragno. Napoli in difficoltà, insomma. Cosicché neppure meraviglia troppo il gol del Cagliari che arriva quando (58’) Pereiro da fuori tira a giro col sinistro infilando la porta con Ospina non certo senza colpe. Vantaggio giusto e meritato, comunque. E brutta scoppola per il Napoli che sbanda e che due minuti dopo rischia di beccare anche il raddoppio. Ma prima Ospina si rifà negando a Deiola il gol e poi Baselli spara alto un pallone da adagiare, invece, comodamente in porta. Napoli graziato. Napoli che, però, sa di non poter continuare in questo modo se non vuol buttare al vento le ambizioni da primo della classe.
Vento che sullo stadio già soffia a trenta chilometri l’ora e che s’avvia anche a rinforzare. E allora Spalletti fa la rivoluzione. O, se si vuole, la restaurazione. Fuori (67’) Petagnone, Demme e Juan Jesus e dentro i convalescenti Ounas, Fabian e Osimhen. E cambiano anche il disegno e la filosofia: difesa a quattro, palleggiatori e Osimhen davanti. Ora è il Napoli l’immagine della disperazione. Ora è il Napoli che pressa e il Cagliari che s’affida al contropiede. Con Mazzarri che pure lui mischia un po’ le carte cercando marcature più fresche a centrocampo e più muscoli e più centimetri nell’area azzurra. Infatti (77’), esce Grassi per Marin e poco dopo in campo anche Zappa e Pavoletti per Baselli e per Pereiro. Che succede? Succede che Ospina fa il fenomeno su un gran tiro di Marin e che nell’azione successiva Mario Rui (uno dei migliori tra gli azzurri) da sinistra crossa per Osimhen che vola più in alto di Altare e mette in porta. Bel gol. Il gol del pari che è un premio grande grande per questo Napoli che a niente dalla fine si salva e, in attesa del ritorno con il Barcellona in coppa, resta in corsa pure per il campionato.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Cagliari (3-5-1-1): Cragno, Altare, Goldaniga, Lovato; Bellanova, Deiola, Grassi (30' st Marin), Baselli (37' st Zappa), Dalbert (50' st Lykogiannis); Pereiro (37' st Pavoletti), Joao Pedro. A disposizione: Radunovic, Ceppitelli, Aresti, Carboni, Tramoni, Obert, Gagliano, Keita Baldé. Allenatore: Mazzarri
Napoli (3-4-2-1): Ospina; Rrahmani, Koulibaly, Juan Jesus (22' st Fabian Ruiz); Di Lorenzo (27' pt Malcuit; 38' st Zanoli), Demme (22' st Ounas), Zielinski, Mario Rui; Elmas, Mertens; Petagna (22' st Osimhen). A disposizione: Meret, Marfella, Ghoulam. Allenatore: Spalletti
Arbitro: Sozza
Marcatori: 13' st Pereiro (C), 42' st Osimhen (N)
Note: Ammoniti: Joao Pedro (C); Malcuit (N). Recupero: 4' pt, 5' st.