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    Napoli, tutto facile e secondo copione: Braga affondato, Osimhen festeggia il suo Pallone d'Oro

    Napoli, tutto facile e secondo copione: Braga affondato, Osimhen festeggia il suo Pallone d'Oro

    • Alberto Polverosi
    Alla fine, tutti felici e contenti. Il Napoli che è tornato a vincere, Osimhen che è tornato a segnare in Champions League e anche il Braga che, pur perdendo, si è qualificato per l’Europa League grazie alla vittoria del Real Madrid a Berlino contro l’Union, ultimo nel girone. La partita ha rispecchiato queste situazioni di vigilia, i portoghesi potevano sperare solo in un miracolo (vincere abbondantemente al Maradona) ma per la verità ci hanno provato pochino davvero; il Napoli cercava la vittoria per interrompere la serie di tre sconfitte consecutive (Inter, Real Madrid e Juventus); Osimhen cercava il gol anche per celebrare il titolo di miglior giocatore africano certificato appena ieri sera dalla conquista del Pallone d’Oro del suo continente. E’ andato tutto come doveva andare.

    AVVIO IN DISCESA - E’ stato abbastanza semplice per il Napoli, fin dall’inizio, fin dalla goffa autorete del giovane Saatci. Come all’andata (allora l’autogol era stato di Diakaté), anche stavolta il Napoli ha tratto vantaggio dallo sventurato intervento del difensore turco. A dirla tutta, il vantaggio al Napoli lo ha dato l’intera difesa del Braga, basta vedere come è nato l’1-0 (da una rimessa laterale battuta all’istante da Di Lorenzo per Politano...) e come l’anziano Fonte (40 anni!) ha cercato, fuori tempo massimo, di fermare Natan nell’azione che ha prodotto il 2-0. Il Braga, quarto in classifica nella Liga Portugal, a due punti dalla coppia di testa Sporting Lisbona-Porto e atteso domenica prossima dallo scontro diretto col Benfica (terzo, con un punto in più) sta vivendo nei propri confini una stagione eccellente, ha il miglior attacco del campionato, ma anche la decima difesa e al Maradona se n’è capito la ragione.

    CONTROLLO AZZURRO - Al Napoli bastava perfino perdere per 0-1 per qualificarsi, ma Mazzarri giustamente non ha voluto rischiare. Voleva riportare la squadra alla vittoria e ha schierato la formazione titolare, la stessa battuta venerdì scorso a Torino dalla Juve. La risposta è arrivata senza problemi, se si esclude lo spavento iniziale, dopo appena 4 minuti, con la doppia occasione di Ricardo Horta e Bruma. L’autorete di Saatci dopo altri 5 minuti, poi il Napoli ha controllato con un buon palleggio, senza mai alzare troppo il ritmo, ma puntando appena possibile la porta di Matheus che ha salvato un gol (e non sarà l’unico) su conclusione da due passi di Zielinski. Poco prima, una fiondata di Horta aveva consentito a Meret di prendersi un po’ di applausi dai suoi tifosi.

    OSIMHEN DOPO 8 MESI - L’azione del 2-0 è partita con un attacco di Natan a sinistra. Il terzino improvvisato (ma sempre più padrone del nuovo ruolo) ha spinto tanto in questa partita, molto più che in quelle precedenti, tant’è vero che nel finale del primo tempo Artur Jorge ha spostato Bruma da sinistra a destra per cercare di contenerlo, come non era mai riuscito in precedenza a Pizzi. L’incursione del 33', con scambio rapido e di prima con Kvaratskhelia, si è conclusa con un cross per Osimhen che toccando la palla prima col sinistro e poi col destro l’ha adagiata in rete. Il nigeriano, fresco vincitore del Pallone d’Oro africano, non segnava in Champions dal 18 aprile scorso, nel ritorno dei quarti col Milan. Questo gol gli serviva davvero. Così come sarebbe servito a Kvaratskhelia (a digiuno in Champions dal 12 ottobre 2022, contro l’Ajax), il georgiano ci ha provato con insistenza, ma gli manca ancora un po’ di brillantezza, gli manca lo spunto che nella stagione scorsa era diventato irresistibile.

    SENZA SPINGERE - Sul 2-0, la squadra di Mazzarri ha gestito ma con totale serenità. Si difendeva senza affanni e, appena intuiva il momento giusto, provava a segnare ancora. Come all’andata, anche stasera Matheus ha evitato al Napoli di dilagare, prima con una bella parata sul sinistro di Politano e poi restando fermo, al centro della porta, sul rigore in movimento di Anguissa. In quell’occasione è stato più evidente il gol mangiato dal camerunense che la parata di Matheus. Poco prima di metà ripresa, il tecnico di San Vincenzo ha fatto quattro cambi in prospettiva campionato, prima fuori Zielinski e Politano e dentro Cajuste ed Elmas, poco dopo via Lobotka e Osimhen, in campo Gaetano e Raspadori. Che dopo pochi minuti ha messo Kvaratskhelia davanti a Matheus, protagonista di un altro intervento decisivo. Al georgiano il gol mancava sempre di più. Chiusura portoghese col palo esterno centrato da Ricardo Horta.

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