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    Napoli, guerra ultras-De Laurentiis: indagine per estorsione e violenza privata, tensione per la festa scudetto

    Napoli, guerra ultras-De Laurentiis: indagine per estorsione e violenza privata, tensione per la festa scudetto

    • Giovanni Annunziata
    È la battaglia di questi giorni, degli ultimi mesi, ma forse un po' di sempre quella tra Aurelio De Laurentiis e gli ultras del Napoli. Il presidente azzurro non ha mai nascosto la volontà di non farli accedere allo stadio, definendoli più volte drogati e pericolosi, con la volontà di aprire l'ex San Paolo e oggi Maradona alle famiglie e ad un numero più ristretto di tifosi. Sembra paradossale in un anno del genere, in cui Spalletti e la sua squadra stanno scrivendo delle pagine storiche dominando il campionato e con la possibilità di arrivare fino in fondo in Champions League. Eppure ecco i malumori. E che malumori, scoppiati definitivamente tre giorni fa.

    LA GIORNATA CLOU - Domenica, nel giorno di Napoli-Milan è successo di tutto, con l'inizio di una manifestazione nei pressi di Piazzale Tecchio, a pochi metri dallo stadio. Migliaia di tifosi presenti ma una situazione tutt'altro che tesa: bandieroni in cielo, fumogeni azzurri e l'obiettivo di far sentire la propria voce da parte dei napoletani che volevano (e vogliono) riportare il colore all'interno del Maradona. Una sorta di negazione che dura dallo scorso gennaio, quando ci furono gli scontri sull'A1, con la sola possibilità di introdurre oggetti di piccole dimensioni. Una decisione che un po' cozza con la realtà del tifo organizzato e con le scenografie che rappresentano l'immagine di una squadra e di una città.

    LA TEMPESTA - Dopo la tranquillità all'esterno del Maradona, è cambiato tutto nel momento in cui ci si è spostati nello stadio. Prima i fischi e i cori contro De Laurentiis, poi le bruttissime scene che hanno fatto il giro del web: in Curva B è scattata la rissa tra tifosi di diversi gruppi organizzati, Fedayn contro Ultras 72. Alla base ci sarebbero i primi che hanno cantato contro il presidente del Napoli, mentre i secondi non si sono uniti. Da lì sono volati pugni ovunque, nel frattempo che la squadra tifata da entrambi i gruppi era in campo per affrontare il Milan. Di fondo già qualche tensione tra le due fazioni, chiaramente che non giustifica tale gesto da condannare. Nella stessa serata uno stadio silente, sciopero di cori e del tifo e dal settore ospiti i supporters milanisti hanno fatto sentire tutto il loro sostegno costantemente per 90 minuti a Leao e compagni. Proprio da lì nasce un paradosso perché sono stati esposti striscioni e sono sventolate bandiere di dimensioni più grandi di 5 metri per 1 come da regolamento d'uso. Ecco che si fa un passo indietro ritornando a Napoli-Lazio del 3 marzo dove ci fu la stessa situazione, con bandiere e striscioni più grandi del previsto e addirittura fumogeni e petardi introdotti e lanciati dai sostenitori biancocelesti.

    QUESTIONE BIGLIETTI - Tra i tanti motivi delle frizioni De Laurentiis/ultras rientrano anche i biglietti. Non principale ma significativo il prezzo non popolare dei tagliandi in occasione di Napoli-Milan di Champions: chi non ha l'abbonamento, infatti, spende almeno 90€ (costo della tessera escluso). Questo un altro punto, perché c'è necessariamente bisogno della fidelity card per acquistare, cosa che parte degli ultras non ha. Una presa di posizione netta da parte della società che non consente più agli stessi gruppi organizzati di avere privilegi sui biglietti.

    INDAGINE ESTORSIONE
     - Spunta anche un lato ancora più estremo della questione, ovvero l'inchiesta condotta dai pm Battiloro, Castaldo, De Falco, De Simone, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato, come annunciato oggi da Il Mattino. La Procura valuta eventuali pressioni da parte degli ultras nei confronti degli altri tifosi presenti sugli spalti, spingendoli a non cantare o a girarsi di spalle durante Napoli-Milan. In aggiunta anche l'ipotesi di condizionamento delle scelte manageriali del Calcio Napoli. Il tutto riconducibile, dunque, a violenza privata ed estorsione.

    FESTA SCUDETTO - Non saranno mesi semplici da affrontare i prossimi due. In vista lo scudetto che si avvicina ed una festa da organizzare. De Laurentiis, il sindaco Manfredi ed il prefetto Palomba sono al lavoro per strutturare tutto al meglio e nei minimi particolari. Preoccupano inevitabilmente i contrasti che potrebbero nascere nel corso dell'avvicinamento, durante le prossime partite al Maradona, una sorta di Napoli-Milan bis. C'è, inoltre, qualcosa che non renderebbe affatto felici i tifosi napoletani: al vaglio l'idea di festeggiare nella storica Piazza del Plebiscito, a numero chiuso con tanto di prenotazioni per accedere e avvicinarsi al palco dove salirebbero squadra e società. Escludendo, in questo modo, dai festeggiamenti più calorosi tantissimi tifosi azzurri che aspettano questo momento da 33 anni. Questo si ricollega a quanto cantavano i sostenitori partenopei proprio domenica, durante la manifestazione pre-gara: "Napoli siamo noi". Se Napoli sono loro, vederli distanti dai festeggiamenti potrebbe creare non pochi disordini in una giornata di festa come quella che dovrebbe essere il prossimo 4 giugno. In questo momento si sono create fortemente due fazioni, da un lato De Laurentiis, dall'altro gli ultras. Forse mai come prima. Magari per il bene comune, evidenziando il motto (che sposano entrambe le parti) "tutto per la maglia" si potrebbe fare un passo l'uno verso l'altro e affrontare un finale di stagione insieme e uniti. L'annata è storica.

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