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Napoli, squadra e allenatore contro De Laurentiis prima dello stop al ritiro
LA TELEFONATA NON ALLUNGA IL RITIRO - Dopo tre vittorie, tutte molto belle e importanti, sembrava “cattiveria” tenere i giocatori “rinchiusi” a Castelvolturno. Il presidente lo sapeva, e forse ha sentito questa pressione. Tanto che ieri sera ha alzato il telefono per un chiarimento con il vice capitano Christian Maggio. L’esterno ha parlato in rappresentanza della squadra, facendo chiarezza sul ritiro, e con il presidente hanno concordato di comune accordo il ritorno a casa, atteso ormai con ansia. Una decisione sofferta, che il presidente ha tenuto a sottolineare che per il ritiro è arrivata solo una sospensione e non una conclusione definitiva. Ma De Laurentiis ha anche chiesto un prezzo: tra il presidente e la squadra è stato siglato un patto d’acciaio per il rispetto degli impegni, che porti a onorare la maglia con il fine di chiudere la stagione raggiungendo i migliori risultati possibili. Ha vinto anche la linea di Rafa Benitez, che ha sempre osteggiato la decisione del presidente pur rispettandola.
CALMA APPARENTE - Anzi, come qualcuno ha sostenuto, subendola. “Il presidente ha idealmente stretto la mano a lui e all’intera squadra che, insieme a Rafa Benitez, è pronta per tutti i prossimi impegni, con il massimo della professionalità e della concentrazione”, si legge nel comunicato della società. Una tregua armata, che è arrivata dando per scontato un buon risultato (e la qualificazione alle semifinali di Europa League) contro il Wolfsburg e forse anche uno con la Sampdoria domenica. Ma se Mihjalovic, così chiacchierato in ambito Napoli in questo periodo, dovesse fare uno scherzetto allora la situazione potrebbe di nuovo precipitare. Non a caso De Laurentiis ha precisato che il ritiro è solo “sospeso”.