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  • Napoli, Spalletti: 'Meret gioca perché merita. Furto? Succede ovunque. Sul razzismo contro Koulibaly...'

    Napoli, Spalletti: 'Meret gioca perché merita. Furto? Succede ovunque. Sul razzismo contro Koulibaly...'

    Alla vigilia della gara contro il Torino, parla Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, in conferenza stampa:

    I PROSSIMI IMPEGNI - "Dopo aver perso la partita di coppa non si vedeva l'ora di vedere le reazioni. Finora sono stato rappresentato come quello che crea una fabbrica di fantasmi. Sento dire tutti i giorni sui giornali 'ora si vedrà ciò che fate', siete spaventatori professionisti. Calendario alla mano sono partite ravvicinate che potrebbero creare difficoltà. Abbiamo una rosa che ci permette di andare in contro a periodi difficili. Quello che mi fa ben sperare è che ho recuperato giocatori importanti come Demme e Mertens, direi fondamentali. È tornato anche Lobotka".

    MERTENS - "L'ho visto molto bene, si è messo definitivamente alle spalle questo periodo e quindi attraverso ciò che ha mostrato in campo si sente di poter essere tra questi sedici titolari che ci sono in ogni partita. Dopo le cinque sostituzioni, infatti, i titolari non sono più solo undici, perché ci sono i titolari dei 60 minuti e quelli dei 30 minuti. Sono tutti titolari perché possono risolvere la partita in ogni momento".

    NAPOLI-TORINO - "Le partite si preparano tutte allo stesso modo e tutte valgono tre punti permettendoci di stare in una classifica nobile. Si va a vedere quelli che sono i dettagli della squadra che andiamo ad affrontare, le loro caratteristiche e si fa presente ai giocatori. Noi sappiamo quello che deve essere il nostro percorso, parlandoci chiaramente riguardo le ambizioni e il risultato che vogliamo raggiungere. Vogliamo avere degli scopi per giocarci le partite e allenarci in maniera corretta tutti i giorni. Voglio sudare, lottare per un risultato. Non mi basta rimanere o avere una vita facile per quello che mi offre il momento, ci devo mettere qualcosa di mio. È già stimolante di per sé. Poi è chiaro che il Torino ha una storia di squadra che lotta, una storia di squadra tosta. Ogni volta che ci ho giocato ho avuto delle difficoltà perché ho trovato una squadra che dà battaglia. Ora probabilmente con Juric allenatore ancora di più perché lui sa fare il suo lavoro e sfrutta il suo credo prendendo calciatori con le caratteristiche che lui vuole dalla squadra in campo. Nell'analisi di questa partita qui non troverei nessuna giustificazione che abbiamo lottato meno di loro per quella che è la nostra classifica, il traguardo, ciò che si aspettano i tifosi da noi. Mi dispiacerebbe e di questo ne abbiamo parlato".

    NAPOLI-VERONA - "I risultati fatti finora non devono essere un peso ma una gioia per tutti. Siamo felici di stare in questa posizione, ci troviamo a nostro agio. Per quanto riguarda gli spaventatori mi hanno sempre riportato come uno che porta i fantasmi. Non c'ero quando si giocò Napoli-Verona. Mi sono ritrovato a dover dire di farla finita perché parlare di una cosa passata è tempo perso. Juric ha fatto il suo lavoro e l'ha fatto bene, non gli si dice niente. Io non ho mai reso la vita facile a nessuno e lui è un allenatore ambizioso, vuole giustamente diventare più forte dando battaglia a tutti. Se è stato accostato a tante squadre, tra cui il Napoli, un motivo ci sarà. Noi non giochiamo contro Juric, ma giochiamo per la storia perché siamo nel Diego Armando Maradona, uno stadio che ha contagiato tutti e vogliamo che sia ancora dentro di lui. Come ha contagiato i tifosi del Napoli vogliamo che loro contagino noi".

    DIFFICOLTÀ - "Ho sentito parlare di Coppa d'Africa, delle future difficoltà, sono tutte difficoltà reali che dovremo affrontare e di strada quindi ce n'è ancora molta da fare. Mi sembra che uno dei grandi dirigenti italiani, ovvero Marotta, abbia detto che ci sono squadre di una tradizione e mentalità calcistica che lo preoccupano di più rispetto al Napoli. Mi dispiace ci sia voluto lui per dare più consistenza ma è una cosa che ho detto più volte perché ci sono difficoltà reali da qui in avanti. Noi dobbiamo continuare così, a mettere tutte quelle qualità che ci vogliono, la disponibilità e l'ambizione che ha la nostra città, dato che è una città ambiziosa, che guarda al futuro con continuità e vogliamo andare di pari passo".

    PORTIERE - "Ho già deciso chi giocherà ma non lo dico. Il problema che gioca Meret perché Ospina arriva in ritardo non è un complimento per Meret. Non è gratificante per lui. Avrà più spazio perché lo merita non perché c'è un problema. Facendo le cose regolari si mette in condizione tutti di esprimersi al meglio. Quando avevamo bisogno di Ospina che arrivò all'ultimo fece bene. Per me non è un tormentone, solo evoluzione di cose che possono avvicendarsi. Sono valutazioni in base a ciò che succede in campo. Non sono problemi per la nostra squadra avere ruoli doppi che possono competere nel reparto offensivo o difensivo. È un vantaggio che magari avessimo in tutti i ruoli. Se davanti gioca Mertens, Osimhen o Petagna, Lozano, Politano, Insigne, Ounas".

    OSPINA - "Ospina è andato in Nazionale come l'altra volta. Il viaggio non lo ha condizionato l'altra volta, tantomeno stavolta che è tornato prima. Ospina ha ricevuto voto 10 dalla Colombia ed è un giocatore in grande forma. Le indicazioni su come si comportano i giocatori, sul risultato del comportamento, della loro prova in campo, quella è la dimostrazione corretta sul pensiero".

    COSA SERVIRÀ - "Ci vuole la velocità per andare dietro le spalle della difesa del Torino e ci vuole la tecnica per giocare il pallone quando un compagno te la passa. Ci vogliono i contrasti, i colpi di testa. Il contrasto è quello che sta in mezzo tra i pallone e la mia scelta di gioco, se non faccio contrasti non posso scegliere come giocare. Vincere i contrasti è la prima caratteristica per affrontare una partita del genere perché il Torino è la squadra che recupera più palloni e che fa anche più falli. Dobbiamo farci trovare pronti".

    TIFOSI - "Vogliamo lasciarci contagiare dall'amore dei tifosi, dobbiamo farlo nostro questo sentimento. Quello che significa il Napoli per i napoletani si subisce anche senza averceli tutti davanti. Si percepisce una questione di respiro, di aria che ha quel colore lì".

    NAZIONALI - "È un tema in cui le istituzioni nazionali devono fare per forza delle riflessioni, anche per dare un segnale di uniformità alle Federazioni. In Spagna hanno adottato qualcosa di differente e poi effettivamente ora mi sembra un po' troppo volendo guardare in maniera neutrale questo comportamento e ciò che accade. Mi sembra troppo che quasi tutti arrivano dieci ore prima della partita, vanno fatte riflessioni e un passo indietro perché è eccessivo il carico che ci danno per poter disputare al meglio i nostri campionati".

    KOULIBALY - "Sta benissimo, è una roba bellissima quando lo incontro perché mi fa star meglio. Sembra faccia la stessa reazione ai compagni di squadra. Per quanto riguarda gli episodi di Firenze vanno condannati certi gesti. Tutti fanno foto da tutte le parti e bisogna fare le foto ai colpevoli. Anche lui stesso si fa prestare un telefono, si avvicina e gli fa una foto per poi buttarlo fuori dallo stadio. Se vogliamo diventare tutti altissimi e nerissimi come il 'watusso' Koulibaly. E anche bellissimo".

    FURTO - "In Italia vengono rubate circa centomila auto l'anno, circa trecento al giorno. Non capisco perché si voglia fare una parentesi per Napoli".

    IL SEGRETO - "Il mio segreto può essere quello di voler stare con questi calciatori, voler condividere molte ore della giornata con loro e alzarmi presto la mattina con la voglia di fare il mio lavoro. Io sono contento di ciò che faccio durante la giornata".

    MERTENS - "Stavamo vincendo 1-2 a Firenze e ho tolto Osimhen e Fabián Ruiz mettendo Mertens e Petagna, quindi l'ho fatto giocare sotto la prima punta quando stavamo vincendo la partita. Devo difendere il risultato ma metto un altro attaccante per tenere lontane le paure di dover difendere. In avvio è più facile metterlo lì, ma quell'ingresso è significativo".

    FABIÁN RUIZ - "Non gli manca nulla per giocare in quel ruolo, l'ho messo fare veramente il regista della squadra perché tocca più palloni di tutti. È in mezzo agli sviluppi di gioco. Può fare tutti i ruoli perché conosce il calcio, è sveglio, ha resistenza, tecnica, fisico, per cui c'è da valutare dove gli si fa perdere delle qualità. Se le deve mettere tutte lo spazio diventa vasto, le cose diventano tante. Visto che si tratta di squadra si mettono insieme le caratteristiche dei giocatori. Avergli ridotto lo spazio in cui esercitare la professione lo ha beneficiato perché può produrre più cose".

    GHOULAM - "Sta meglio ed è molto vicino ad essere nelle condizioni di esprimere le sue qualità. Visto il suo recente passato occorre un inserimento più graduale rispetto ad uno come Mertens".

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