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    Napoli, Spalletti: 'Lo spostamento condiziona anche noi. Invidia? Non devo rispondere a Sarri e Allegri'

    Napoli, Spalletti: 'Lo spostamento condiziona anche noi. Invidia? Non devo rispondere a Sarri e Allegri'

    Probabilmente la vigilia della partita più importante della stagione per il Napoli, che domani scenderà in campo al Maradona contro la Salernitana. In palio non ci sono solo i tre punti, ma l'occasione di vincere aritmeticamente lo scudetto se la Lazio non dovesse trovare il successo a San Siro contro l'Inter. Sarà anche derby, tra l'altro, contro i granata, che Luciano Spalletti presenta in conferenza stampa così:

    IL CAMMINO - "Sappiamo da tanto tempo quale doveva essere la nostra direzione, non dobbiamo fare inversioni o qualcosa di diverso su quello che deve essere il nostro cammino. Proseguire dritto come fatto fino ad adesso. Poi ci sono delle cose che stanno al di sopra di noi, che non possiamo andare a controllare e ci adeguiamo. Però noi saremo pronti a giocare la partita domani, saremmo stati pronti a giocarla oggi, con tutte le nostre forze. Anche quelle che non abbiamo. Vogliamo andare a giocare la partita e basta".


    L'ULTIMO PENSIERO STASERA - "L'ultimo pensiero stasera sarà che siamo di fronte a una sfida estrema come nelle ultime partite. È la sfida estrema che se affronti le partite nella maniera giusta le porti a casa. È da tempo che vogliamo giocare queste partite qui, vivere queste nottate qui e c'è da viverle nello stesso modo di sempre, riuscendo ad avere chiaro quello che dobbiamo fare in campo e soprattutto nella preparazione per arrivare a questa partita".

    SPOSTAMENTO DELLA PARTITA - "Non abbiamo affidato al Prefetto e al fato il nostro campionato, la nostra idea di gioco. La volontà di rendere felici delle persone, che come l'altra sera ci aspettano con il fiato sospeso in aeroporto solo per veder passare il nostro pullman. Non abbiamo fatto niente noi come squadra, anzi quando è stato detto abbiamo dovuto modificare il lavoro settimanale. Quindi dobbiamo accettare lo spostamento della partita, per quello che sappiamo e per quello che vediamo è dipeso dal dare sicurezza. Anzi, mi hanno detto anche di dire qualcosa riguardo la sicurezza se succede il fatto. Dopo dovrò fare questo discorso, che non è niente di certo ma in previsione di. La squadra non deve modificare niente e sono sicuro che la voglia vista anche stamattina in allenamento sono convinto che faremo la nostra partita. Non so se basterà perché l'avversario è forte. Anzi, se non sbaglio sono 7 partite che fanno risultati utili consecutivi. Apprezzo Sousa ed è uno che lavora sul campo. A vederli da fuori sembrano una società proiettata nel futuro, il presidente Iervolino sa facendo un grande lavoro. Hanno entusiasmo ed entusiasmo per lo sport. Sarà una partita difficilissima. Questo che è successo sappiamo che ha motivato ancora di più le avversarie".

    VOLATA FINALE - "Questa è una volata finale, in termini ciclistici. Per arrivare davanti a quelli più forti dobbiamo essere pronti nella volata finale. Abbiamo calciatori che sarebbero forti anche nel ciclismo perché sanno andare da soli ma l'idea di collettivo è segno che quella è la soluzione migliore".

    LA LAZIO - "Elmas? Non so se gioca. Devo pensarci bene. Speriamo abbia mandato un bel messaggio e che gli altri lo abbiano recepito bene. Non vogliamo, come non volevamo sbagliare la volata finale. Però non dipende solo da noi, c'è un'altra partita che devono giocare e di perdere non lo auguro a nessuno. L'odio verso gli altri non sarà mai uno strumento per difendere ciò a cui vogliamo bene. Da un punto di vista mio so benissimo che abbiamo davanti una partita importante. Però che non possa essere determinante lo so benissimo. Allora si sta tranquilli e calmi facendo le cose sempre fatte".

    RISPOSTA A SARRI E ALLEGRI - "Invidia? Non lo so, io non devo rispondere né a Sarri né ad Allegri. Noi abbiamo costruito il nostro campionato in maniera corretta e pensiamo ai tifosi, alla loro soddisfazione di veder giocare un gruppo serio che ce la mette tutta. I tifosi sono stati importanti per noi in questo percorso per arrivare a questo finale di campionato così emozionante".

    L'ATTEGGIAMENTO DEL NAPOLI - "Abbiamo fatto a Torino quello che dovevamo anche nel primo tempo, nell’andarli a prendere alti, sapevamo che sarebbero entrati Chiesa e Di Maria, ci eravamo raccomandati di stare attenti sulle ripartenze con la riaggressione forte, il pedalare forte quando arrivi in fondo, le cose per cui eravamo stati criticati contro il Milan, nel secondo tempo abbiamo rischiato qualcosina a Torino ma, facendo questo tipo di calcio, sono rischi che bisogna prendersi. Il gol di Kvara contro l’Atalanta nasce da un recupero palla nella metà campo avversaria, quando accade si punta a far finire rapidamente e nel migliore dei modi l’azione. Hanno portato a casa numeri importantissimi anche in termini di vittorie consecutive. Ci ha fatto comodo rimanere sempre dello stesso atteggiamento perché ci ha fatto vincere tante partite".

    L'ARRIVO A NAPOLI - "Mio figlio mi disse che a Napoli non si può non andare, poi bisogna vincere perché ci sono stati allenatori forti, calciatori fortissimi. Abbiamo una sola possibilità di uscirne gioiosi e contenti: vincere. Il discorso è quello lì, dobbiamo fare questi punti e poi ragioniamo d’altro se s’avvererà".

    L'ENTUSIASMO - "Si gioca sempre per il massimo. Essendo con la tuta e con il fischietto quando si va in campo si pensa di avere a che fare con giocatori forti. Loro ti sgamano se la pensi in maniera diversa, percepiscono l'umore di quello che gli gira intorno. Avere entusiasmo ti fa fare partitine come quella di stamattina e la palla girava a duemila orari. Quello che stanno percependo dalla città, che si sono costruiti, anche voi percepite il momento. L'allenatore deve trasferirgli l'entusiasmo, la fiducia e viene fatto in maniera leale se tu sei convinto e hai un pensiero corretto nei loro confronti. In squadre che ho allenato io si va in quella direzione lì. Qualcuno ti fa fare anche brutta figura quando non sei bravo a raggiungere quel traguardo. Però hai lavorato al massimo senza rimorsi di alcun genere, utilizzando tutto il tempo possibile. Se vuoi dimostrare di voler bene a qualcuno l'unica cosa da dedicargli è il tempo. È il tempo che determina se vuoi bene a qualcosa o qualcuno e io l'ho dedicato tutto al Napoli con i miei giocatori. È una necessità che ho io di dedicarci tempo. Anche la sera quando ho due ore libere la sera vado a rivedere se c'è qualcosa da correggere sull'allenamento. Dipende da come sei fatto, da che valori hai e da che disponibilità ti credi per il tuo lavoro".

    LE EMOZIONI - "Io mi emoziono facilmente. Se ripenso a dove sono partito ho paura ed emotività. Ce l'avevo sul bordo strada per tutte le parti dove sono passato, Domani sarà ancora di più, però si vanno a cercare queste cose qui che fanno la differenza. Perché ci sono cose belle da vivere e altre da portare a casa. Questa qui per noi e per Napoli è una sfida che va vinta. C'è emozione, paura di non portarla a termine, però siamo diventati di quelli che sanno che se non si vuol vivere e decidere in queste situazioni non dobbiamo fare calcio. E siccome lo vogliamo fare si va dentro con tutte le qualità che abbiamo".

    ROMPERE EGEMONIA DI INTER-JUVE-MILAN - "Dal 2001 lo scudetto se lo dividono Torino e Milano. Un valore in più che assume il campionato fatto da questi calciatori, un ringraziamento extra che dobbiamo fare a loro per come l'hanno condotto e per quello che hanno preparato. Ora dobbiamo vedere se saremo bravi nello strappo finale".

    GOL SCUDETTO - "Dobbiamo ancora giocare delle partite, non so poi quella che può essere la reazione a un gol che potrebbe determinare quella felicità. Sono cose talmente estreme che vanno vissute nella verità, nell'accaduto non so cosa determinerà un eventuale gol scudetto. Se si guardano le reazioni al gol di Kvara, al gol di Raspa a Torino, non mi sono mosso".

    LUOGHI COMUNI SU NAPOLI - "Napoli è una città energica, a volte un po' folle. Si pensa, vedendola da fuori, che sia molto teatrale e poco vera, molto filmata di cose non essenziali, fatta di cose non vere. E invece dal mio punto di vista è l'opposto, nel senso che sono queste le cose vere e reali che vivono in maniera profonda. Le qualità di saper mandare messaggi facendo spettacolo. Poi di questo ne parleremo tra un po' in maniera più profonda".

    IL PRIMO SCUDETTO IN ITALIA - "Dalla mattina alle 7 monto in macchina con Ciro, quindi non sono mai solo. Mi porta a fare colazione, poi durante la giornata sono con i calciatori. Prima dicevamo che da tutte le parti si è lottato per vincere ma senza riuscirci e in qualche squadra forte ci sono stato. Non so se forte a tal punto da poter osare, però ho avuto un bel trascorso. Qualche volta mi è stato ricordato che dopo tanti anni di panchine non ho mai vinto. Se dopo questo non compiuto da tante parti, tanti anni d'attesa sono valse a far sì che questa situazione la potessi vivere con il Napoli sono contento sia andata così. È una roba che bisogna aspettare qualche partita ancora".

    IL GRUPPO E IL RICORDO INDELEBILE - "I giocatori sono alla ricerca di qualcosa da poter raccontare ai figli, ai nipoti, ai parenti. Per raccontare cose eccezionali bisogna fare risultati eccezionali vivendo storie eccezionali. Se saranno bravi potranno essere orgogliosi di raccontare questa storia. Sono ragazzi perfetti per fare calcio, persone umili e disponibili ad ascoltare, a metterci qualcosa di loro e dire qualcosa di loro. Ciò che da allenatore mi ha sempre fatto piacere nelle squadre è veder nascere un'amicizia così vera come si è creata qui tra loro".

    DOPO LA JUVE - "Sono andato un paio di volte davanti alla squadra dopo la Juve e in quel momento o sai cosa dire oppure non ci vai. Poi si fanno analisi in base al momento, alle azioni, all'ambiente. Siamo andati a vivere in una città come Napoli e si va di pari passo con l'ambiente in cui vivi, dovendo fare così discorsi specifici per il caso".

    SOUSA E LA SALERNITANA - "Sousa è una persona colta, conosce tante lingue e ha cultura calcistica. È evidente che sa cosa vuole che faccia la sua squadra in campo. Poi conosco De Sanctis, che ho avuto come portiere. So la sua qualità di professionista serio. Di Iervolino parlano tutti bene come un presidente emergente che ha idee. Sarà una partita difficilissima, al di là dello spostamento. Dovremo farci trovare pronti a superare questi ostacoli alti, queste montagne rocciose che se sei incapace di perforare devi aggirare e andare di là. Sappiamo che è un derby per noi e per loro ma ci sono altre cose in ballo che l'avrebbero fatta essere così ugualmente la partita. Una moralità professionale importante, squadra salva o non salva, c'è una moralità sana per questo sport".

    LA SPENSIERATEZZA - "La parola spensieratezza l’ho letta spesso, rende bene l’idea di una squadra che riesce ad essere corta, palleggiare bene, verticalizzare, raccattare di tutto. Leggeri quando c’è da inventare qualcosa, esecutivi come Lozano quando fa il recupero su Chiesa, con la postura di chi accetta qualsiasi cosa, l’abbinamento di queste due cose è fondamentale. Secondo me Kvaratskhelia, Zielinski, Raspadori, Osimhen sanno tirare le punizioni in maniera differente, Kvara con l’effetto, Osimhen con la potenza".

    MESSAGGIO AI TIFOSI - "Dovessimo vincere la partita dovremmo saper vincere anche dopo la gara, saper vincere nei comportamenti e nel saper divertirsi. Questo sport è dei bambini, dei figli. Tutti noi, anche io, avremo dei figli in giro per la città. Chi li mette a rischio fa una cosa che non si può fare, bisogna essere intelligenti e usare buonsenso. Quello che uno fa può determinare delle conseguenze anche ad un figlio o un bambino, devono poter festeggiare se succedesse questa cosa".


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