Napoli:| Senza Lavezzi non si può
Chissà cosa avrà mandato a dire Mazzarri nell'intervallo immediatamente dopo un primo tempo senza voglia e senza forza. O forse, chissà, sarà stata la squadra stessa a guardarsi allo specchio e ad ammettere che continuare a giocare come in quel primo tempo, proprio non si poteva. Serviva la riprova della seconda parte per capire se davvero il Napoli aveva imboccato il canale oscuro verso il limbo di un calo fisico irreversibile o se solo c'era bisogno di ritrovare quei meccanismi saltati dopo le tre giornate di squalifica di Lavezzi.
La seconda risposta è risultata essere quella giusta. Senza Pocho non si può. Senza i guizzi del fuoriclasse argentino il Napoli perde quella imprevedibilità, quella capacità di ribaltare le partite, proprio come è successo ieri sera al Tardini. È stato sufficiente lo scatto d'orgoglio di Lavezzi per rimettere in moto una squadra che faceva fatica a carburare, per trasmettere il sentimento della rassegnazione alle squadre che inseguono e che speravano fosse finito il carburante. Proprio la seconda parte del match di ieri, con quella determinazione e la spinta senza fatica apparente, ha trasmesso a Mazzarri le risposte che pretendeva da un match così complicato come quello con il Parma pericolante e bisognoso di punti-salvezza.
La risposta c'è stata, tra l'altro arricchita pure da un particolare non di secondo piano. Ieri sera dalla squadra titolare mancavano Campagnaro per infortunio, Aronica e Dossena per squalifica, Gargano per scelta tecnica, cioè quattro elementi di quelli considerati da Mazzarri come 'titolarissimi' e inamovibili. Non c'erano, eppure non se n'è accorto nessuno. Lo sbandamento è durato soltanto 45 minuti, ma Zuniga, Yebda, Santacroce e soprattutto Ruiz hanno sfoderato la sicurezza di chi potrà essere impiegato da qui alla fine anche da titolare. Scontata la squalifica con un successo della sua squadra, ora Mazzarri potrà programmare un finale di stagione scoppiettante senza più il peso dei calciatori in affanno ed apparentemente insostituibili.
Il terzo posto, difeso con i denti, vuole diventare il vero-unico traguardo degli azzurri in questo rush finale che si annuncia senza esclusione di colpi. Il Napoli può farcela e, avendo riacquistato la serenità che stava per smarrire dopo la notte magica di Roma, ora può anche divertirsi a insidiare la leadership delle due milanesi. Il Milan è in testa a quota 62, appena sei punti in più degli azzurri, mentre l'Inter precede in graduatoria la squadra di Mazzarri, soltanto di una lunghezza. Davvero va escluso apriori il progetto-tricolore? La risposta frutto della riflessione è 'sì', ma se poi analizzi il rendimento ultimo delle due battistrada, allora è vietato tirarsi indietro. Ieri il Milan ha pareggiato a fatica, in quel di San Siro contro il Bari ultimo in graduatoria, mentre l'Inter ha evitato la sconfitta a Brescia (penultimo in classifica) soltanto perché Julio Cesar ha parato un rigore al novantesimo. Non succede, ma se la Milano del pallone, quella sì, ha davvero esaurito il carburante, c'è spazio per altre, imprevedibili emozioni da oggi al 22 maggio.
(Il Roma)