Napoli, scudetto rinviato e non rovinato. Ma adesso il problema ordine pubblico si sposta a Udine
Alla capolista sarebbe servita una vittoria che, fino a sei minuti dal novantesimo, sembrava certa. Un gol di Olivera (62’) aveva spalancato le parte del paradiso ad un popolo talmente numeroso ed entusiasta da stazionare, in fervente attesa, anche fuori dal Maradona. Invece Dia, dopo un dribbling riuscito su Osimhen, ha piazzato un sinistro sul secondo palo dove Meret non sarebbe potuto arrivare. E, infati, non è arrivato.
Con un assetto sbilanciatissimo (erano in campo dal 60’ Raspadori per Lozano e Elmas per Zielinski e, all’89’, è entrato Simeone per Lobotka), Spalletti ha rischiato anche di perdere la partita (colpo di testa di Bohinen) al culmine di una mischia in area napoletana piena di errori e omissioni.
Naturalmente il Napoli avrebbe meritato di vincere sia per come ha fatto la partita (iniziativa costante, pressochè totale), sia per le occasioni create (Osimhen, Anguissa, Kvaratskhelia). Ochoa, per me , è stato il migliore in campo, come spesso gli capita, anche perché stiamo parlando di un portiere di spessore internazionale che gioca in una squadra destinata ad evitare la retrocessione.
Sinceramente, quando Sousa ha rilevato la panchina di Nicola, pensavo che il destino del club di Iervolino fosse segnato. Invece va riconosciuto al tecnico portoghese un’organizzazione di gioco tangibile. Non si può dire che la partita l’abbia preparata meglio lui di Spalletti (anche fosse, sarebbe comprensibile), ma i raddoppi su Kvaratskhelia, i reparti stretti e raccolti, l’attenzione allenata ad ogni pallone giocato dall’avversario, la dedizione collettiva mi fanno dire che il punto raccolto, prezioso e prestigiosissimo, non è stato certo rubato. Che il Napoli avesse fatto di più (per esempio il gol) era scontato e nessuno, alla lunga, avrebbe potuto impedirlo. Ma la rimonta sulla capolista lanciata verso lo scudetto, per di più nella partita decisiva, è segno che la Salernitana è squadra vera e, ovviamente, si salverà.
Mi chiedo, alla fine, se è valsa la pena spostare la partita del Napoli da sabato a domenica e, soprattutto, se le ragioni di ordine pubblico avessero diritto di cittadinanza nel ragionamento che ha condotto alla quasi contemporaneità con Inter-Lazio. Cosa accadrà, adesso, che il Napoli vorrà fare la sua festa a Udine, giovedì sera? E come si regoleranno prefetto e questore di Udine in relazione a quei tifosi azzurri che, esattamente come oggi al Maradona, erano assiepati fuori dallo stadio per esultare, pur essendo senza biglietto? Quanto sarà alto il grado di pericolosità di una partita probabilmente risolutiva che si disputa in orario notturno e in un giorno feriale?
Non credo siano domande banali e, soprattutto, non prevedono una facile risposta. Forse sarebbe stato meglio lasciare inalterato il programma, evitando polemiche, forzature ed eccessi. Ora il problema si ripropone con maggiore urgenza (mancano quattro giorni alla partita) e minori soluzioni.
IL TABELLINO
Napoli-Salernitana 1-1 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 17' s.t. Olivera (N), 39' s.t. Dia (S).
Assist: 17' s.t. Raspadori (N).
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera (37' s.t. Juan Jesus); Anguissa (44' s.t. Ndombele), Lobotka (44' s.t. Simeone), Zielinski (15' s.t. Raspadori); Lozano (15' s.t. Elmas), Osimhen, Kvaratskhelia. All. Spalletti.
SALERNITANA (3-4-2-1): Ochoa; Daniliuc (41' s.t. Lovato), Gyomber, Pirola; Mazzocchi (23' s.t. Sambia), Vilhena (23' s.t. Piatek), Coulibaly, Bradaric (23' s.t. Bohinen); Kastanos, Candreva; Dia. All. Sousa.
Arbitro: Marcenaro di Genova.
Ammoniti: -
Espulsi: