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Napoli, riscossa Sarri: ecco la differenza con Mazzarri e Benitez
LA SVOLTA - I due punti conquistati dopo tre giornate, hanno poi confermato le teorie del tecnico che dunque, nonostante la penuria di risultati e di gioco, non è mai apparso preoccupato. Col Brugge è arrivata la prima vittoria, accompagnata dal sospetto, più o meno legittimo, legato alla modesta caratura degli avversari. La prova del 9, con la Lazio, ha fornito il medesimo risultato, tanto nei numeri quanto nella qualita’ della manovra che ha mandato in bambola Pioli, incapace di porre rimedio allo strapotere tecnico e fisico dei partenopei, oramai orientati verso la riconferma a lungo termine del 4-3-3. Squadra che vince non si cambia e cosi’ Sarri ha riconfermato quel modulo con il quale aveva trovato il suo primo sigillo azzurro, pur mutando gli uomini, sempre nell’ottica di un turn over ragionato.
LA DIFFERENZA – Una bella differenza rispetto a chi, come Benitez, pur ascoltando le invocazioni per adoperare (almeno una volta tanto) un modulo diverso ha ignorato ogni ipotesi di cambiamento. Mazzarri faceva lo stesso, imprigionato nella sua difesa a tre. Invece Insigne ha svestito i panni del trequartista ma ha incantato ugualmente, pur partendo largo a sinistra; Hysaj, sistemato nel suo ruolo naturale ha offerto ampie garanzie e il Napoli ha trovato la sua serata perfetta. Notizie confortanti per Sarri: la condizione fisica cresce giorno dopo giorno e la squadra sembra aver assimilato, in tempi piuttosto brevi, le idee dell’allenatore che dopo due mesi e mezzo di lavoro puo’ ritenersi soddisfatto. Si è visto un pressing di squadra, a tratti asfissiante, si è notata una certa determinazione nell’andare a caccia del gol, anche quando il risultato non era più in discussione. Sprazzi di grande Napoli, con dentro tantissimo Sarri: “Abbiamo approcciato molto bene alla gara, con grande personalita’, costruendo la vittoria nel primo tempo”. E domani l'esame Carpi, una “trappola” che Sarri deve disinnescare.
Giovanni Scotto