Napoli, retroscena del fallimento Garcia: giocatori freddi, Osimhen in ritardo
Dopo la sconfitta in casa contro l'Empoli il Napoli si è chiuso a riccio. Silenzio stampa, per non commentare il ko che rischia di diventare decisivo per Rudi Garcia. La panchina dell'allenatore è sempre più a rischio, il presidente De Laurentiis lo sta osservando da vicino da settimane seguendolo come un'ombra tra allenamenti e gestione della squadra. Oggi ha visto la gara dalla tribuna insieme a Paolo e Fabio Cannavaro, che qualche tifoso vorrebbe in panchina al posto di Garcia.
FREDDEZZA - L'allenatore francese non è mai riuscito a far scattare la scintilla con i tifosi azzurri, dall'inizio della stagione ci sono stati alti e bassi ma quel felling che c'era con Spalletti non si è mai più ricreato. Tanti fischi oggi al Maradona già al momento dell'annuncio delle formazioni, ancora di più quando non si sono visti né Kvaratskhelia né Zielinski tra i titolari. I due sono entrati al decimo minuto della ripresa, rispettivamente al posto di Elmas e Simeone; la sensazione però, come ha riportato anche Dazn da bordo campo, è che i due giocatori siano stati molto freddi con Garcia mentre stava dando loro le indicazioni: zero sguardi verso l'allenatore, occhi puntati sul campo con la voglia di dare una svolta alla partita: da quando è entrato, Kvara è stato il giocatore che ha toccato più palloni. A fine partita i giocatori sono rientrati negli spogliatoi a testa bassa, il tempo di farsi le docce e poi via, ognuno per conto proprio. Nessuna riunione, nessun confronto come succede spesso dopo una sconfitta importante. Al fischio finale negli spogliatoi è sceso anche Osimhen, tra i primi a lasciare lo stadio.
OSIMHEN IN RITARDO - Il nigeriano era in tribuna a causa del problema al bicipite femorale che gli ha fatto saltare la settima partita consecutiva; era qualche seggiolino indietro al presidente De Laurentiis e i fratelli Cannavaro. Ma Dazn racconta che il giocatore si è presentato nella ripresa, perdendosi tutto il primo tempo. Un possibile ulteriore segnale della lontananza dei giocatori dallo spirito-squadra, quella caratteristica che un anno fa era diventata il fulcro del Napoli di Spalletti.