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Napoli, prendi Zaccagni! De Laurentiis, credi ancora che Gattuso sia l'uomo giusto?
Eppure, dopo la mazzata in Supercoppa, Gattuso sa bene che non può andare gambe all’aria un’altra volta. Ne andrebbe delle attese del club in campionato, ovvio, ma ne risentirebbero anche le certezze sul suo futuro azzurro. Don Gennaro, infatti, pur vedendosi riconosciuti mille meriti, tutta l’onestà di questo mondo e l’impegno costante negli allenamenti, continua a dividere la gente e la critica di Napoli. Metà dalla sua parte, l’altra metà dall’altra parte e sempre più stancamente in attesa di poter cambiare idea. Ecco perché stavolta Gattuso non rivoluziona proprio niente, non sperimenta nuovi ruoli e nuove posizioni, ma va sul sicuro. O almeno così crede. Insomma, ecco perché, nonostante il ravvicinato susseguirsi d’impegni d’ogni tipo, s’affida ai più fidati. E, se si vuole, a quelli ritenuti più affidabili al momento. Come se all’improvviso - e in assenza di Fabian e anche di Mertens e Osimhen ritrovati ed in panchina - il Napoli avesse disegnato, finalmente, una squadra titolare.
Ha bisogno di fiducia, di certezze e di un successo, insomma, questo Napoli per rispondere subito ai successi della Roma e della Juve e non sprecare i punti lasciati dalle milanesi. Alla fine sarà giusto il contrario, certo, ma intanto le cose si mettono immediatamente bene per il Napoli. Anzi, benissimo. Manco dieci secondi, infatti, e Lozano lanciato da Demme mette il pallone in porta. E il suo è il terzo gol più veloce d’ogni tempo nel nostro campionato. D’accordo, Dimarco si macchia parecchio la coscienza su quel pallone che praticamente regala al messicano, ma il flash-dramma del terzino non è cosa che può intenerire il Napoli. Pronti via, dunque, e Gattuso già si frega le mani, seppure con grande discrezione. Pronti via e il Verona è già sotto in un match che pure per lui è l’irrinunciabile occasione per dimenticare Bologna e non perdere contatto con la classifica che conta. E non è tutto, perché quel gol abbattutosi su Silvestri con la velocità del lampo manda a monte la filosofia della partita del Verona. E che quel gol pesi è subito evidente. Il Verona, infatti, sbanda, non riparte, è impaurito è raccogliticcio. Non è il solito Verona, insomma. Non è il Verona che pressa da morire, che sfianca chi gli sta di fronte e che sbaglia assai poco in terza linea.
E’ il Napoli, infatti, a governare il pallone e a comandare la partita, portandosi però dietro il solito vizio: quello di non saper chiudere le gare; quello di sprecare le occasioni, insomma. Cosa che capita a Demme (20’, gran destro che incredibilmente impatta Lozano a tre metri dalla porta) e poi ancora Demme (26’) sul quale Silvestri salva tutti. Domina, sì, il Napoli, ma piano piano “se ne scende”. S’ammoscia, insomma. Un po’ perché Zielinski sembra una lampadina di Natale, di quelle a intermittenza; molto perché pure Insigne stavolta non è lui. L’impressione è che quella di Insigne più che una sfida al Verona sia una sfida alle ombre che gli ballano intorno dopo quel rigore sbagliato in Supercoppa, E questo, è ovvio, non aiuta né lui né il Napoli. Cala, dunque, il Napoli e sale il Verona, che dal gol in poi vince tutti i duelli a centrocampo e s’impossessa d’ogni spazio. E allora al Verona basta poco per pareggiare il conto. E con chi? Ma certo, proprio con quel Dimarco che (34’) si prende la sua personalissima vendetta.
Uno a uno, dunque e tutto da rifare. Come dire che dopo mezz’ora ricomincia la partita. Sì, è così, ma quella che ricomincia è un’altra partita. Perché il Verona trova l’intensità smarrita e perché il Napoli, invece, torna ad essere squadra con poche idee e confuse, senza un briciolo di aggressività e abbandonando le giocate in verticale. E quindi non c’è da meravigliarsi se il secondo tempo si tinga tutto di giallo e di blu. Fiuta il pericolo, Gattuso E cambia: fuori Insigne, fuori il capitano spento e dentro Mertens appena recuperato. Ma non succede niente. Beh, no, qualcosa succede. Succede che il Verona passa ancora. Da Zaccagni a Barak (62’) e partita ribaltata. E allora ci riprova, Gattuso: fuori Petagna e Demme e dentro Politano ed Osimhen, che manca alle partite quasi da tre mesi e che a Verona forse manco ci doveva stare.
Che cosa succede questa volta, Con due terzi dell’attacco appena tornato da terapie ed infermerie e addirittura con Politano messo a giocare a sinistra, ovvero sul lato sbagliato? Ebbene, succede l’unica cosa che poteva succedere: il Verona segna un altro gol. Stavolta con Zaccagni – quello che piace al Napoli – il quale, tutto solo, sfrutta a dovere un cross di Lazovic dalla destra. Un gol, che certifica lo sfaldamento d’ogni principio di gioco tra gli azzurri. Tant’è che patetiche appaiono le ultime due sostituzioni di Gattuso: Lobotka per Zielinski ed Elmas per Bakayoko. E quindi, alla fine, vince il Verona per tre a uno. Non il solito Verona, forse, ma ugualmente con un merito che non si discute. Una vittoria in una giornata cominciata male, ma raddrizzata da Juric con pochi aggiustamenti, ma tutti con gran peso. Insomma, differenza in campo e pure in panchina.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Hellas Verona-Napoli 3-1 (primo tempo 1-1)
Marcatori: 1' p.t. Lozano (N), 34' p.t. Dimarco (HV), 16' s.t. Barak (HV), 34' s.t. Zaccagni (HV)
Assist: 1' p.t. Demme, 16' s.t. Zaccagni, 34' s.t. Lazovic
Hellas Verona (3-4-2-1): Silvestri; Dawidowicz, Günter (dal 21' s.t. Lovato), Dimarco (dal 11' s.t. Magnani); Faraoni, Tameze, Ilic, Lazovic; Barak, Zaccagni (dal 35' s.t. Bessa: s.v.); Kalinic (dal 11' s.t. di Carmine). Allenatore: Juric.
Napoli (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Hysaj; Demme (dal 20' s.t. Politano), Bakayoko; Lozano, Zielinski, Insigne (dal 15' s.t. Mertens); Petagna (dal 20' s.t. Osimhen). Allenatore: Gattuso.
Arbitro: Fabbri
Ammoniti: 16' p.t. Demme (N), 9' s.t di Lorenzo (N), 15' s.t. MAgnani (HV), 27' s.t. Koulibaly (N), 35' s.t. Zaccagni (HV)