Napoli, polemica sul San Paolo: 'Rischio indagine Corte dei Conti'
Cos'è che non la convince?
«Dal giorno in cui sono stato eletto cerco di spiegare che quei fitti sono troppo bassi, che c'è qualcosa che non quadra. Nessuno mi ha ascoltato ed ecco che ci ritroviamo con la Corte dei Conti che chiede chiarimenti. E secondo me, purtroppo, non finirà qui».
Ci sono altri immobili che vengono ceduti a canoni fuori mercato?
«La vicenda non riguarda un immobile qualunque, ma lo stadio San Paolo. Sono preoccupato perché secondo me la Corte dei Conti chiederà ragione anche per quella struttura».
Ci aiuti a capire: perché la Corte dei Conti dovrebbe indagare sul San Paolo?
«Perché lì si registra lo stesso danno erariale che si è verificato negli altri casi. La convenzione con il Calcio Napoli è scaduta da un anno e mezzo, De Laurentiis porta la squadra a giocare nello stadio della città senza pagare un euro».
Scusi, Sgambati, lei sostiene che il Napoli viene ospitato gratuitamente?
«Io dico che siamo nel mezzo di una trattativa, perché la nuova convenzione è in discussione da un tempo infinito, e nel frattempo i pagamenti vengono rimandati».
Lei è presidente della commissione sport, dovrebbe avere voce in capitolo in questa vicenda.
«Ho convocato il Calcio Napoli in commissione per quattro volte. Non s'è mai presentato nessuno. Io mi chiedo: se sai che la convenzione è scaduta, vuoi almeno venire a parlarne con il consiglio comunale? Voglio essere franco: se la situazione continua così, per me il Napoli può andare a giocare anche a Palermo».
Così si scatena l'ira dei tifosi.
«Ma io sono il primo a sventolare la bandiera azzurra e a gioire per le vittorie. Però qui si tratta di rispetto per la città. Ho convocato un'altra commissione per il 26 luglio, mi aspetto che il Napoli mandi un rappresentante anche se ci credo poco».
Perché è così scettico?
«Perché immagino la tattica: il presidente De Laurentiis cercherà di far slittare la discussione, così inizierà il campionato, poi ci saranno le partite di coppa e diventerà impossibile per noi usare la linea dura».