Napoli-Osimhen: tutti i retroscena del caso social, la rottura resta
I VIDEO TIK TOK - Partiamo dalla goccia che ha fatto traboccare il vaso ovvero i due video Tik Tok pubblicati dall'account ufficiale del Napoli in cui prima Osimhen viene paragonato a una noce di cocco (seguendo il tormentone i'm a coconut) e poi le immagini del rigore sbagliato a Bologna montato con una vocina modificata in stile Barbie Girl. Due "produzioni" che la punta nigeriana non ha gradito in quanto si è sentito preso in giro e ridicolizzato e per cui a più riprese ha chiesto la rimozione. Martedì a fine allenamento l'espolsione di rabbia condita poi il giorno dopo dal Tweet del suo manager Roberto Calenda che ha definito la vicenda "non accettabile" al punto da riservarsi "la possibilità di intraprendere azioni legali".
IL VIDEO NEGATO - Come detto l'ultima goccia di un rapporto già provato anche da un'altra vicenda video legata a qualche settimana fa quando Victor, riporta la Gazzetta, chiese al Napoli di poter registrare un video di beneficenza per l'Africa e per la sua gente in Nigeria. Permesso negato dal club per la celebre questione dei diritti d'immagine ed altra rabbia di Osimhen.
I RETROSCENA CON LA SQUADRA - Ha poi fatto scalpore il video di Osimhen all'arrivo all'Hotel per il prepartita con il cinque non dato a Demme rimasto con il braccio appeso, e l'aver ignorato anche Zielinski e lo staff di Garica. A tavola, riporta il Corriere dello Sport l'attaccante è tornato conviviale, ma chi era presente lo racconta come pensieroso e molto nervoso.
LE SCUSE - Il motivo? Osimhen voleva le scuse pubbliche del club, che invece ha preferito limitarsi a quelle private e personali. Nessun provvedimento, se non una sonora strigliata, è stato invece preso nei confronti dei responsabili social del club e di coloro che hanno pensato e realizzato i due video oggetto del contendere. Da qui la scelta di rimuovere tutte le foto del Napoli dai suoi profili social, mossa che ha fatto infuriare i tifosi.
LA ROTTURA RESTA - Cosa accadrà ora? Osimhen si comporterà come giusto che sia da professionista e continuerà a dare il massimo in campo. Il discorso già complicato per il rinnovo del contratto in scadenza 30 giugno 2025, invece, si farà sempre più complesso e già a gennaio De Laurentiis dovrà far fronte alle richieste di addio che Calenda porterà in società. La rottura, sostanzialmente, resta e difficilmente si riuscirà a sanare per blindare il nigeriano in azzurro.