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Osimhen resta un caso: come può cambiare l'attacco del Napoli, tre scenari
ADDIO RINNOVO - Nonostante le risposte in campo, nonostante il sostegno dei napoletani, resta ciò che è accaduto. Non svaniscono all'improvviso i TikTok, l'avviso di intraprendere vie legali e tutte quelle foto con la maglia del Napoli e inerenti i ricordi scudetto rimosse dal profilo Instagram del giocatore. Facendo un altro passo indietro, c'è quella questione rinnovo che non è mai stata concretizzata e oggi sembra assurdo solo parlarne. Un nuovo contratto per Osimhen, attualmente, è lontano anni luce. De Laurentiis e Calenda avevano anche trovato un accordo più di un mese fa su una base di 10 milioni a stagione ma l'agente ha deciso di fare un passo indietro. Un rapporto che si è iniziato a sgretolare in vista del futuro e oggi bisogna iniziare a prendere in considerazione seriamente l'ipotesi di un addio.
CESSIONE A GENNAIO? - Difficile già a gennaio, va detto fin da subito, che Osimhen saluti. Per tanti motivi: in primis perdere il centravanti di riferimento, il calciatore più importante in rosa, nonostante tutto, sarebbe un segnale terribile in questo momento da dare alla squadra e ai tifosi; poi c'è l'aspetto economico perché De Laurentiis continuerà a chiedere tanti, troppi milioni che potrebbero arrivare solo dall'Arabia Saudita. I colpi di scena nel calcio, si sa, sono dietro l'angolo. Dunque, lo scenario che Osimhen vada via nella prossima finestra di mercato resta improbabile ma nulla è mai impossibile. In tal caso, però, De Laurentiis vorrebbe la valorizzazione dell'investimento Raspadori, avendo alle sue spalle immediatamente il Cholito Simeone.
PROSSIMA STAGIONE - Così tutto rimandato a luglio 2024, quando Osimhen inizierà la sua stagione a un anno dalla scadenza del suo rapporto con il Napoli. Quei famosi 150-200 milioni De Laurentiis non li potrà chiedere più, ma sarà l'ultima occasione per andare a incassare una cifra corposa per la cessione dell'ex Lille. Altrimenti si potrebbe presentare l'ipotesi più pericolosa, quella di perderlo a parametro zero e di avere in casa un calciatore scontento. Scontento sì, ma sempre professionale. Come ha dimostrato ieri, dando l'anima in campo, segnando, difendendo i compagni e cedendo il rigore all'amico-compagno Zielinski. Il futuro è lontano, il presente si chiama ancora Napoli.